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Locali: fino a che ora possono avere la musica alta in estate

Pubblicato da
Giovanni Cardarello

La stagione estiva è la stagione del caldo, delle vacanze e dell’uscite serali in particolare quelle dove c’è musica del vivo, spesso alta

Con l’arrivo dell’estate tornano anche le feste e i locali aperti fino a tardi. Svago, diversamente e logicamente anche un granché di chiasso e, probabilmente, anche un gran fastidio da parte dei vicini che vivono nei pressi dei locali stessi. Ma sono regolate le emissioni rumorose? Decisamente si. Andiamo a scoprire quali sono gli orari caldi nella quale i vicini potrebbero avere il diritto di dire la loro.

Musica Alta concerto dal vivo (Foto Creative Commons – bonus.it)

Come dicevamo è arrivata l’estate. Feste in spiaggia, locali notturni, party da appartamento, sagre. Non ci sono limiti ai modi in cui le persone, quando torna il caldo, si possono svagare. Ci sono però molti “guastafeste” che non hanno tutta questa voglia di sentire baccano fino a tarda ora. E guardando dal loro punto di vista, avrebbero anche ragione.

Musica alta nei locali, cosa si rischia

Chi deve andare a lavorare la mattina dopo, sa bene quanto siano importanti quelle poche ore di sonno che sono in grado di concedersi quando arriva il tanto atteso momento di coricarsi. Ma non solo, anche banalmente chi ha figli piccoli, ha bisogno di avere un lasso di tempo in cui questi possono ricaricare le batterie.

Musica Alta: pub (Foto Creative Commons – bonus.it)

Certo dall’altro lato della medaglia, in estate i locali portano nelle casse i guadagni necessari a tenere in piedi la baracca, non gli si può certo chiedere di smontare tutto e mandare gli ospiti della serata a casa. In terzo luogo, abbiamo in fine, i suddetti ospiti della serata, persone in vacanza e studiano e lavorano tutto l’anno e che meritano il loro solido e sano momento di stacco. Tre necessità totalmente differenti che però si annullano a vicenda. Come regolare allora le scelte? C’è forse qualche regolamento nazionale?

Purtroppo no, non esiste nulla che vada oltre l’accusa di disturbo della quiete pubblica, che però è un illecito civile e si verifica quando un determinato numero di persone pongono a chi di dovere la lamentela. Inoltre, questo prima che il disturbo venga smontato, richiede il controllo dei valori del rumore da parte delle forze dell’ordine. Questo genere di regolamenti quindi, non essendo gestito a livello nazionale, può essere individuato più ristrettamente a livello comunale, verificando le fasce orarie più protette e decidendo per sé di conseguenza in base alle necessità della zona scelta

Giovanni Cardarello

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Giovanni Cardarello