Urano è ricco di diamanti, un materiale molto ricercato e prezioso sul nostro pianeta. Ciò può avere conseguenza anche per noi?
Urano è l’ottavo pianeta del sistema solare tra Saturno e Plutone. Dista dalla Terra a oltre due miliardi e mezzo di chilometri. Un gigante ghiacciato quattro volte più largo del nostro pianeta con ben 27 lune che gli orbitano intorno.
Si chiama come il dio greco del cielo e siamo venuti a conoscenza di molte sue caratteristiche grazie a Voyager, un sonda che nel 1986 lo ha sorvolato. Siccome è molto distante dal sole da sua atmosfera arriva anche a -220 gradi Celsius.
Urano ha tanti diamanti: come nascono
Provando a immaginare un viaggio in navicella verso il pianeta, troveremmo una gravità un po’ più debole di quella degli altri corpi celesti. Quindi in questa fantomatica discesa la velocità sarebbe simile a quella di una navicella in caduta libera sulla Terra.
Il viaggio immaginario porterebbe portrerebbe in una strato di nubi con venti anche a 900 chilometri orari e una pressione aumentata di circa 10 atmosfere. Davanti anoi solo nuvole di ghiaccio con l’elettricità statica che genera tantissimi fulmini.
Più ci si avvicina al pianeta e più alta sarà la temperatura. Gli scienziati che si sono interessati al pianeta sanno che questo tipo di pressione possa causare la cristallizzazione degli atomi di carbonio: la conseguenza sarebbe la formazione di milioni di diamanti.
Secondo uno studio pubblicato nel 2022 sulla rivista Science Advances dai ricercatori dell’Helmholtz-Zentrum Dresden-Rossendorf e dell’Università di Rostock in Germania con la collaborazione dell’École Polytechnique in Francia e dello Slac National Accelerator Laboratory negli Stati Uniti, le piogge di diamanti potrebbero essere più comuni di quanto si immagina sui pianeti giganti ghiacciati come Urano.
A causa dell’ossigeno queste precipitazioni potrebbero essere molto più forti del previsto e tale processo potrebbe essere sfruttato sulla Terra. Il fine potrebbe essere trasformare la comune plastica Pet in diamanti da usare in tantissime applicazioni, dalla produzione di sensori all’elettronica quantistica.
In un precedente esperimento con la simulazione delle le temperature e le pressioni estreme, tipiche delle profondità di ghiaccio Nettuno e Urano, era stato osservato come la pioggia di diamanti si formava all’interno di un materiale plastico costituito da una miscela di idrogeno e carbonio.
Nell’ultimo esperimento gli autori della ricerca hanno usato la plastica Pet che è costituita da carbonio, idrogeno e ossigeno. Creato delle onde d’urto nella plastica usando un laser ottico, hanno osservato che gli atomi si riorganizzano fino a formare dei nanodiamanti proprio grazie alla presenza dell’ossigeno.