Con i Buoni fruttiferi postali gli italiani da decenni risparmiano per il proprio futuro, ma a quanto ammonta la tassazione?
È difficile trovare una famiglia italiana che non abbia affidato i propri risparmi a uno strumento così diffuso come i Buoni fruttiferi postali. In alcune è tradizione investire una certa cifra appena nasce il bambino o la bambina.
C’è comunque una tassazione. È pari al 12,50% come i titoli di Stato, ma a differenza di questi ultimi sono tassati anche sul possesso con l’imposta di bollo dello 0,2%. Rispetto ad altri strumenti i Buoni della posta sono preferiti poiché c’è la garanzia dello Stato.
Buoni fruttiferi: come si tassano, quando e il funzionamento dell’eredità
Ma come avviene materialmente la tassazione? Tramite l’applicazione di un’imposta sostitutiva che abbiamo detto è pari al 12,5% sugli interessi maturati annualmente. Il calcolo si effettua sull’importo degli interessi maturati, non sul capitale investito originale.
L’imposta di bollo è regolata dall’articolo 19 del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201 (al governo c’era Mario Monti) con modifiche a partire dalla Legge di Bilancio del 2014. La somma dell’imposta di bollo era pari a 34,20 euro.
Per i Buoni è stata introdotta un’imposta del due per mille (0,2%) dell’importo investito sulla somma detenuta come investimento superiore alla soglia di esenzione di 5.000 euro. Bisogna però sottolineare che la somma tiene conto dei Buoni accumularti. Il calcolo avviene il 31 dicembre di ogni anno.
Per non pagare l’imposta di bollo sui buoni fruttiferi postali? La Cassa Depositi e Prestiti (che emette i buoni sul mercato) con Poste Italiane ha spiegato che da gennaio 2019, sia sui titoli dematerializzati che su quelli cartacei, l’imposta va pagata sulla somma del valore di rimborso di tutti i buoni che hanno la stessa intestazione. L’unico modo, dunque, è tenere sempre come riferimento la soglia dei 5mila euro, oltre la quale non scatta l’imposta.
Altro tema importante che interessa molte persone è l’imposta di successione sui Buoni. Innanzitutto ricordiamo che sono cedibili, salvo il trasferimento per successione per causa di morte del titolare o per cause che vanno a determinare la successione a titolo universale.
Gli eredi possono far valere il diritto di ottenere il rimborso senza doverli segnalare nella Dichiarazione dei Redditi. Infatti per propria natura i Buoni sono strumenti non compresi nell’attivo ereditario con valore esente da imposta di successione.