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Lavoro

Partita iva, se perdi il lavoro cosa succede con la disoccupazione?

Pubblicato da
Marcello Pelillo

Perdere il lavoro in Italia è sempre un evento difficile viste le difficoltà a reintegrarsi dopo la separazione dall’attività lavorativa

Disoccupazione e partite iva (Canva)

Perdere il lavoro in Italia è sempre un evento difficile. Infatti, la penisola è ricca di bellezze, ha un buon clima nonostante i cambiamenti climatici in corso e si mangia bene un poco ovunque. In Italia ci sono tanti fattori positivi ma non mancano quelli negativi che hanno un peso importante.

Naspi e partite iva, cosa prevede la legge

Disoccupazione e partite iva (Canva)

Tra questi c’è il lavoro che in Italia non basta mai per tutti. La popolazione in età lavorativa è nettamente superiore a quanto offre il mercato. Perdere il lavoro, quindi è un evento duro da superare. Per questo motivo lo Stato prevede un ammortizzatore sociale, ossia la Naspi.

Si tratta dell’indennità di disoccupazione riconosciuta a tutti color che hanno perso involontariamente il lavoro. L’indennità è riconosciuta per un massimo di 24 mesi e per un importo che equivale a circa il 75 per cento dello stipendio medio mensile degli ultimi sei mesi prima della cessazione del rapporto lavorativo.

Inoltre è previsto un limite massimo di assegno mensile percepibile a prescindere dallo stipendio mensile medio che si è incassato durante l’attività lavorativa,. Infatti, tale cifra ammonta a 1.470,99 . Per quanto riguarda i destinatari, la Naspi riguarda la perdita di lavoro involontario. Per questo motivo è riferita ai lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro per decisione del datore.

Per questo motivo la Naspi non spetta al lavoratore con partita iva perchè quest’ultimo non decide involontariamente di perdere il lavoro in quanto non dipende da un datore di lavoro che decide per lui. Tuttavia, se una persona ha la partita iva ma svolge anche un lavoro part-time può richiedere la Naspi nel caso in cui il lavoro subordinato seppur part-time termini senza la volontà del lavoratore. Il tutto a prescindere dalla partita iva.

Tuttavia, in questo caso è necessario tenere presente un tetto massimo di reddito che si percepisce oltre il quale viene poi effettuata una riduzione della Naspi graduale. Il limite massimo di percezione è di 4.800 euro annui dal reddito da lavoro autonomo.

Marcello Pelillo

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Marcello Pelillo