Partita Iva, il regime forfettario ha uno specifico limite di guadagno ma anche alcuni vantaggio: come funziona
L’attore comino Checco Zalone sull’importanza del posto fisso ha realizzato un film. Lavorare da dipendente è il sogno di tanti perché si hanno molte garanzie: malattie retribuite così come le ferie, i permessi e un Trattamento di Fine Rapporto in caso di cessazione o di pensionamento.
Ma a tanti, strano ma vero, tale situazione non piace. Preferiscono lavorare in autonomia, non avere capi né padroni. Per farlo bisogna aprire una Partita Iva. Un’attività tutta propria dove le suddette garanzie non ci sono ma i guadagni possono essere anche tanti poiché non c’è lo stipendio fisso.
Da mesi leggiamo di grandi dimissioni: una marea di persone che si licenzia e intraprende lavori propri, aprendo appunto una Partita Iva. Esistono due tipi, quella ordinaria e la forfettaria. Scendiamo nei dettagli e vediamo di cosa si tratta.
La Partita nel fatti è un codice identificativo composto da 11 numeri: i primi 7 identificano il contribuente mentre i successivi 3 identificano il Codice dell’Ufficio delle Entrate. L’ultimo ha carattere di controllo.
Da quando inizia l’attività si hanno trenta giorni per presentare la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate con il modello AA9/7, sia in caso di ditta individuale sia per lavoratori autonomi.
Per presentare i modelli è possibile recarsi direttamente all’Ufficio dell’Agenzia con il documento di riconoscimento e il Codice fiscale. In base all’attività che si andrà a svolgere, verrà assegnato un Codice Ateco.
In alternativa ci si può rivolgere a un professionista, un commercialista, che si occuperà di tutta la pratica ma ovviamente bisognerà versargli una parcella. Dopodiché, sempre entro 30 giorni, è obbligatorio iscriversi alla cassa di previdenza della propria attività per versare i contributi pensionistici.
Il regime forfettario consente di fatturare fino a 85.000 euro annui pagando solo il 5% di tasse per i primi 5 anni. Infatti chi inizia l’attività di solita fa parte di questo regime.
Quali sono i costi di una partita Iva? Bisogna considerare le spese di mantenimento. Variano in base all’attività, a quanto si fattura e come si svolge il lavoro.
Si entra invece nel regime ordinario quando si superano gli 85mila euro di fatturato all’anno e i costi di mantenimento sono più alti. In ogni caso si consiglia sempre di rivolgersi a un professionista per ogni tipo di informazione.