Dare un immobile in affitto comporta la registrazione del suo contratto, ma cosa accade se il contratto non viene registrato?
Se decidessimo di mettere in affitto un nostro immobile, dovremmo avere l’accortezza e l’attenzione di non perderci questo passaggio. Infatti è essenziale che si comprenda che, nel caso di affitto, è obbligatorio registrare il contratto di locazione. Le conseguenze, in caso contrario, non si esprimono solo in “semplici” sanzioni, ma anche ad una serie di penalità e problemi per il locatario e il locatore.
Il contratto di locazione di beni immobili, sia per uso abitativo che commerciale, va registrato obbligatoriamente entro 30 giorni dalla stipula. La registrazione serve, quindi, anche a dare una data certa al contratto, rendendolo conosciuto al fisco. Sono esenti dalla registrazioni dolo i contratti che non superano la durata di 30 giorni nell’anno. Il registro ha una imposta sul canone annuo del 2%.
Conseguenze di un contratto non registrato: quali sono?
Ogni contratto verbale o di una scrittura privata fra le parti, è fiscalmente illegittimo. Se quindi non viene registrato e non riconosciuto, la legge stabilisce che i contratti sono nulli se non sono registrati. Tale è quando viene considerato come un contratto che non è mai venuto ad esistenza. Questo comporta delle conseguenze giuridiche che andiamo ad analizzare.
Sono tre le conseguenze giuridiche di maggiore in patto che si possono creare se non si registra il contratto.
- L’inquilino potrà astenersi dal pagare il canone d’affitto e richiedere, entro 6 mesi dal rilascio dell’immobile, la restituzione dei canoni versati fino a quel momento.
- Viene a mancare del tutto la durata minima del contratto. Questo significa che l’inquilino può andare via in qualunque momento, come il proprietario può chiedere lo sgombero dell’immobile.
- Non si potrà intimare al pagamento dei canoni non versati e neppure avviare una proceduta di sfratto per liberare l’immobile.
La mancata registrazione provoca le conseguenze sopra citate, ma si porta con se anche delle sanzioni. Si parte da un minimo del 120% ad un massimo del 240% dell’imposta di registro dovuta. La registrazione tardiva può scendere fino ad un 60% e tramite il ravvedimento operoso le sanzioni si possono ridurre ulteriormente. Viene applicato, inoltre, una sanzione del 200%/400% se il canone indicato è inferiore a quello effettivo.