Molti clienti hanno notato come le dimensioni dei gelati siano diventate decisamente inferiori. Qual è il motivo?
Chi fa la spesa regolarmente e ama prendere i gelati confezionati che si trovano abitualmente nel banco frigo, ha notato una curiosa tendenza che fa però infuriare tanti consumatori: le dimensioni dei gelati sono diminuite notevolmente rispetto al passato. Qual è il motivo dietro tale cambiamento? Si tratta di una scelta di marketing, o di voler diminuire le razioni e renderle quindi meno caloriche, vista la passione di molte persone per la forma fisica?
Si tratta di un fenomeno che è venuto alla luce nell’ultimo periodo. Una nota azienda italiana, ad esempio, ha messo in vendita delle nuove confezioni di spaghetti, allo stesso prezzo di prima, peccato che nella confezione anziché essercene 500 grammi, ora se ne trovino 400. Praticamente continuiamo a pagare lo stesso prezzo ma ottenendo meno prodotto. Perché ciò accade?
Se anche tu ti sei accorto di questa situazione, che colpisce non solo pasta o latte, ma anche i gelati confezionati, sappi che ti trovi davanti a degli esempi perfetti di “Shrinkflation“, termine inglese che indica la tendenza sempre più diffusa da parte delle aziende di mettere in vendita prodotti di dimensioni inferiori allo stesso prezzo di quelle precedenti, più abbondanti.
Le aziende produttrici giustificano tale scelta parlando di aumenti dei prezzi delle materie, prime, dell’energia (che effettivamente in quest’ultimo anno ha raggiunto prezzi altissimi) e dei trasporti (anche in questo caso, a causa di un aumento del carburante). Tutto ciò, tuttavia, non diminuisce l’impressione da parte dei consumatori di essere ingannati, con il risultato inverso, ovvero l’evitare di prendere certi prodotti dando preferenza a quelli che offrono il quantitativo originale, anche se magari non di marca.
Il consiglio è, quando si va a fare la spesa, di guardare sempre con attenzione il prezzo al chilo di ciò che acquistiamo, per capire se effettivamente siamo di fronte a un prodotto conveniente o se invece corriamo il rischio di essere “ingannati”, appunto, magari con offerte speciali o prezzi che sembrano bassi.