Cartella esattoriale: in caso di impugnazione, quali sono gli enti che vanno citati

Cosa succede nel caso di impugnazione di una cartella esattoriale e cosa prevede la legge circa gli enti da citare? Facciamo chiarezza.

Pagare le tasse non è mai piacevole, e spesso mette in grande difficoltà le famiglie italiane, sempre più alle prese con inflazione e conseguente potere d’acquisto diminuito rispetto al passato. Sfortunatamente, però, si tratta di un obbligo per legge che va rispettato, e ci sono diversi modi per poter pagare quanto dovuto senza rimanere per forza al verde, magari scegliendo una rateizzazione. In alcuni casi, però, possiamo anche accorgerci di un errore da parte di chi invia la cartella esattoriale.

calcoli fiscali
Persona che fa calcoli (Foto da Canva) – Bonus.it

Come fare in questi casi? Non rimane che tentare l’impugnazione della cartella esattoriale, se abbiamo il fondato sospetto che ci siano stati errori nella sua emissione. Si può trattare di una cifra di ben lunga superiore rispetto a quanto dovremmo, o addirittura di un pagamento che non ci compete. In questi casi, bisogna muoversi nel modo corretto.

Impugnazione di una cartella esattoriale, gli enti da citare

Al momento della pratica, bisogna essere certi di citare gli enti corretti, come ha stabilito una sentenza recente della Commissione di Giustizia Tributaria. La CGT ha stabilito infatti che non sia responsabilità del contribuente citare l’ente impositore, ma sia di competenza, invece, dell’Agenzia esattoriale, ovvero, come spesso accade, l’Agenzia delle Entrate.

anziana tasse
Anziana preoccupata che controlla le tasse (Foto da Canva) – Bonus.it

Nel momento del ricorso, quindi non saremo obbligati a citare l’ente impositore (ovvero quello titolare del credito), ma basterà farlo nei confronti dell’Agente esattoriale, che poi a sua volta citerà l’ente in questione. Si tratta di sentenze stabilite dalla CGT e che formano un precedente che può essere fatto valere nel caso si abbiano problemi di questo tipo.

Sarà quindi l’agente esattore ad informarne l’amministrazione, a meno di non voler pagare spese di giudizio, in quanto delegato e non titolare del credito in questione. Inoltre, il riscossore non ha bisogno di alcun benestare del giudice per citare in giudizio l’ente, come si legge sempre nella sentenza della Commissione di Giustizia Tributaria, del giugno 2023.

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