La questione dei mutui alti frutto dell’incremento dei tassi di interesse tiene banco. Diverse soluzioni in campo
Il 2022 è un anno speciale per prezzi e valute. I costi dell’energia sono saliti alle stelle a causa della speculazione causata dal conflitto in Ucraina. Quest’ultimo effetto è stato un aumento generale dei prezzi, che continua ancora oggi anche se sta iniziando a diminuire.
Mutui in rialzo, interviene l’Abi con una proposta
Per contenere l’inflazione, che in Italia ha toccato punte superiori al 10%, la Banca Centrale Europea, il regolatore monetario, ha dovuto adottare una soluzione urgente in queste circostanze: alzare i tassi di interesse, ovvero aumentare il costo del denaro.
Dall’estate scorsa ci sono stati 5 rialzi dei tassi e per le prossime settimane è previsto un ulteriore rialzo di mezzo punto percentuale. L’aumento dei tassi di interesse rallenta gli investimenti. Pertanto, rallenta l’inflazione, come dimostrato dalla matematica finanziaria.
I risultati di questa politica si sono infatti intravisti nell’Eurozona, dove l’inflazione ha iniziato a diminuire a dicembre. Per evitare però un crollo dei consumi occorre ridimensionare i tassi di interesse, cercando di mantenere un equilibrio tra il rallentamento degli investimenti e la stabilità dell’economia.
La conseguenza dell’aumento dei tassi è l’incremento della rata del mutuo per coloro che hanno scelto in passato un tasso variabile. Chi ha un mutuo a tasso variabile, infatti, è costretto a pagare in più ogni anno se non passa all’attuale tasso fisso. L’Abi i tal senso ha invitato le banche associate a “promuovere l’adozione di misure in favore delle famiglie”.