L’Italia si conferma un paese molto restio ai cambiamenti rispetto alla media europea. La scarsa elasticità al nuovo che avanza è un dato
Il cambiamento climatico è ormai in corso e i ritardi dei provvedimenti necessari da parte dell’uomo hanno reso impossibile l’arresto del fenomeno. L’unica opportunità che ha l’uomo con delle politiche appropriate è quella di rallentare il fenomeno.
Alla base di questa possibilità sono le politiche intraprese dall’unione europea di rallentare il cambiamento climatico agendo sull’ambiente e l’inquinamento.
Infatti, il cambiamento deriva dal surriscaldamento della terra che è conseguenza dell’attività inquinante dell’uomo. Ridurre gli scarichi che derivano dal fossile è il primo passo verso un nuovo mondo che deve essere sostenibile per garantire la vita alle future generazioni al più a lungo possibile.
Tuttavia, tra le politiche messe in atto l’Italia conferma ancora di essere un paese poco propenso ai cambiamenti, anche quando sono necessario e decisi da organismi di cui si fa parte in maniera piena come al caso dell’Unione europea.
Tra i provvedimenti ci sono gli incentivi ad aumentare l’elettrico. E’ stata infatti fissata una data di addio alla produzione di veicoli a benzina e diesel. Nonostante ciò l’Italia ltre ad opporsi a tale termine non emerge certamente come tra i paesi che fanno i maggiori passi verso questo obiettivo.
L’Italia, infatti, risulta essere lontana dalla media di vendita di auto elettriche in Europa. Infatti, per la prima volta nella storia sono state immatricolate nel Vecchio continente più auto elettriche che diesel. Ciò è accaduto nel mese di giugno 2023, ossia fino a pochi giorni fa.
A giugno sono state vendute in Europa 158.252 veicoli di nuova immatricolazione. L’elettrico così si attesta al terzo posto a giugno per motorizzazione più scelta superando il diesel per circa 2 punti percentuali di quota di mercato.
L’Italia ha avuto un incremento rispetto allo stesso periodo del 2022 con un +9 per cento. Tuttavia, mentre a giugno l’elettrico in Europa va al 15,1 per cento in Italia soltanto al 4,4%. Le ibride in Italia sono il 5,3 per cento delle immatricolate.