Il Capo dello Stato torna sul tema del Pnrr e del cambiamento climatico lanciando un monito a tutto il paese
Il cambiamento climatico torna fortemente alle cronache con interventi istituzionali che si collegano agli ennesimi e recenti fenomeni che hanno colpito alcune aree dell’Italia. Nel giro di poche ore, infatti, in veneto e in Lombardia c’è stato un passaggio dai quaranta gradi di temperatura torrida a nubifragi e distruzioni.
A toccare il tema è stato anche il Capo dello Stato il cui compito è tra gli altri quello di fare da monito ad eventi attuali che rappresentano una sfida per tutta la comunità e non solo per le istituzioni chiamate ad operare in maniera diretta.
Proprio in questo senso si sono indirizzate le parole del Capo dello Stato che ha manifestato la sorpresa nel sentire discorsi e discussioni che vogliono sollevare dei dubbi circa il cambiamento climatico in corso ormai da tempo:
“In questo periodo l’Italia ha vissuto eventi terribili legati palesemente ai cambiamenti climatici” e le “discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per le realtà che stiamo sperimentando appaiono sorprendenti”, ha sottolineato Sergio Mattarella.
In Italia sta trovando manifestazione seppur lieve rispetto alla questione pandemica una tendenza di taluni a discutere circa la realtà del cambiamento climatico. Realtà che è stata più volte sollevata e spiegata dalla scienza e che alla quale la politica internazionale ha saputo dare ascolto con chiaro ritardo.
Il Capo dello Stato ha poi proseguito il suo monito ritornando sul tema del Pnrr, piano nazionale di ripresa e resilienza. Il piano prevede una serie di progetti finanziati in buona parte a fondo perduto dall’Unione europea. L’Italia è il paese che ha goduto dei finanziamenti maggiori.
Tuttavia, la Commissione europea ha convenuto che il successo del Pnrr dipende poi dalla tempistica entro la quale i progetti vengono presentati e attuati. Sul tema Mattarella ha invitato tutti alla stanga ricordando che “Un eventuale insuccesso o risultato parziale non sarebbe una sconfitta del governo ma dell’Italia”.