L’ennesimo rialzo dei tassi di interesse getta nello sconforto tutti coloro che hanno sottoscritto particolari tipologie di mutui. Il motivo
L’inflazione attuale, su base annua, è una delle più alte della storia. Di sicuro degli ultimi 25 anni. I suoi numeri condizionano l’economia reale e, ovviamente, tutta le attività della popolazione. Ma esiste una specifica categoria, che può esserne ritenuta, a mani basse, la vittima principale di questo perverso meccanismo macroeconomico. Il tasso di inflazione, infatti, sta mettendo sempre più in ginocchio questa classe di cittadini-consumatori. Andiamo a capire di chi stiamo parlando.
Come ormai tutti tristemente sappiamo, i numeri dell’inflazione continuano a salire. Ma cosa significa esattamente? L’inflazione, in poche parole, è l’aumento generalizzato e costante dei prezzi al consumo. Questo valore, sale e scende a seconda del contesto economico e sociale in cui si trova. In questo periodo il mondo ha fronteggiato una serie di imprevisti che si sono susseguiti uno all’altro. Prima una pandemia, poi una guerra nei confini europei e, infine, una crisi economica spaventosamente aggressiva.
Mutui, il dramma del tasso variabile
Tutti questi fattori hanno portato ad un innalzamento vertiginoso dei prezzi, senza però che la produzione o le vendite aumentassero. Traducendosi così nel problema che viviamo oggi: l’inflazione. Quando però alcuni processi economici, seppure in un contesto di crisi, risultano ancora essere gestibili e praticabili, capita che altri non condividono questa fortuna. Parliamo, nello specifico, di coloro che, in tempi di calma economica, avevano stipulato un mutuo non a tasso fisso, ma a tasso variabile.
Chiariamo che per mutuo a tasso variabile, si intende una categoria di mutuo che non prevede una rata mensile a cifra fissa. In questo caso la cifra che i mutuatari devono rendere ai mutuanti, cambia a seconda del tasso di interesse del denaro, nel momento in cui va emessa la rata. E quindi con una connessione diretta rispetto all’inflazione. Va così che, chi ha stipulato questa particolare forma di contratto, in anni più quieti, è passato, nell’ultimo periodo, da un pianeta ad un altro.
Hanno iniziato il proprio contratto di mutuo pagando cifre vicine ai 700 euro per una singola rata, e finendo, oggi, a toccare i 1300 euro mensili. L’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, di recente, ha rilasciato una dichiarazione che sembrava accogliere le preghiere di questa classe in difficoltà. Dapprima emettendo un manuale di consigli partici per i soggetti coinvolti e poi invitandoli a parlare con le loro banche del problema. Promettendo che gli istituti di credito li avrebbero aiutati con tutti i poteri a loro disposizione. Ma il riscontro reale è stato diverso da quello auspicato. La rata sale, i tassi e l’inflazione anche e le notizie non promettono nulla di buono