Perché i piromani incendiano intere montagne? Cosa vogliono ottenere

Con agosto esplode, letteralmente, il fenomeno, drammatico, degli incendi nei boschi e sulle montagne, scopriamo insieme i motivi delle azioni dei piromani

Il nostro mondo sta andando in fiamme e la cosa peggiore è che spesso, non è il caldo torrido ad accendere i roghi. La mano dell’uomo, infatti, si fa sentire qui come in ogni altro disastro che vediamo comparire attorno a noi. Ma gli incendi dolosi, sono uno shock non solo per chi vive su luogo. Comprendono tutti noi.

Incendi Montagne: Piromani - bonus.it 20230802
Incendi Montagne: piromani (Foto Canva – bonus.it)

Il caldo torrido che ha invaso la nostra nazione nell’ultimo mese ha portato un picco di incendi sulle nostre terre già indebolite. Queste temperature estreme hanno reso l’innesco e la propagazione dei roghi, estremamente facile. A dispetto di quanto si possa pensare però, la nascita di questi focolai, raramente si mette nelle mani della natura. I processi di autocombustione che, hanno portato ad incendi reali nell’ultimo periodo, sono un numero estremamente minoritario rispetto a quelli definibili dolosi. Su questo argomento poi c’è da fare un’importante distinzione.

Incendi sulle Montagne, i motivi reconditi dei piromani

Gli incendi dolsi sono, in breve, quelli appiccati volontariamente dall’uomo. Chi li appicca e generalmente definito con il termine di “piromane”, ma nella maggior parte dei casi, l’utilizzo è inesatto. Il termine piromane, infatti, va a categorizzare la classe di individui che appiccano un fuoco, per rispondere a bisogni psichiatrici. Questa categoria di individui trae piacere nel vedere i vigili nel fuoco e i volontari. Che corrono a spegnere l’incendio da loro appiccato.

Incendi dei Piromani sulle Montagne: sterpaglie (Foto Canva - bonus.it)
Incendi dei Piromani sulle Montagne: sterpaglie (Foto Canva – bonus.it)

Lì nasce e lì finisce. Si parla di un semplice piacere nel vedere come un atto da loro provocato, possa avere tanta influenza sulla società. Quando si parla di incendi dolosi, appiccati da criminali che agiscono con cognizione di causa, allora si utilizza il termine “incendiari”. L’industria del fuoco in un certo senso crea posti di lavoro. La malavita lo sa e lo sfrutta a suo favore. L’incendio dopo essere stato appiccato va anche spento, in seguito si aprono diversi progetti di bonifica e di riassestamento del territorio colpito.

Il bosco viene formalmente preso come ostaggio, vittima di una decisione dell’uomo. E il risultato di questi crimini, dal primo gennaio al 27 luglio, nella nostra nazione sono bruciati 51.386 ettari di terreno fertile. Area equivalente a 73.408 campi da calcio standard. E la metà di questo numero spaventoso ha avuto luogo nei tre giorni che vanno dal 25 al 27 luglio

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