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Assolto dall’accusa di molestia perché la vittima è in sovrappeso: la sentenza shock

Pubblicato da
Giovanni Cardarello

Il Magistrato Maria Bonaventura torna a far parlare di sé per una sentenza controversa. La decisione lascia spazi ad ampi dubbi e interpretazioni. Vediamo perché

Sale di nuovo, suo malgrado, agli onori della cronaca il Magistrato Maria Bonaventura. Un Magistrato che nell’ultimo periodo ha fatto parlare molto scomodando perfino un termine duro come “scandalo giudiziario”. Andiamo a capire assieme di cosa stiamo parlando. Tre persone diverse per età, contesto sociale e “gravità” dell’accusa, si sono rivolte alla giustizia italiana per chiedere giustizia. Tre donne nello specifico.

Molestia: martelletto giudice (Foto Canva – bonus.it)

Alle tra donne erano stati mossi tre affronti diversi. la prima muoveva un’accusa di violenza, avvenuta nella notte di Capodanno del 2021, la seconda una molestia da parte di un bidello scolastico in un Istituto superiore di Roma e la terza invece, sempre delle molestie, ma sul luogo di lavoro da parte di un superiore. Cosa hanno in comune queste tristi storie? Lo stesso giudice era posto a decretare il giudizio finale.

Molestia, la sentenza del giudice Maria Bonaventura

Il magistrato Maria Bonaventura non ha creduto a nessuna delle tre donne che si erano rivolte alla giustizia per denunciare. Ma non solo, il giudice che si sono trovate di fronte, non solo ha scelto di non credere a nessuna delle tre, ma ha in aggiunta dato delle giustificazioni estremamente particolari. Prendiamo in esempio i due casi di molestia, essendo loro i più recenti e susseguitesi nell’arco di poche settimane.

Molestia, la sentenza del Giudice Maria Bonaventura (Foto Canva – bonus.it)

La prima ragazza, studentessa dell’istituto Cine Tv Roberto Rossellini di Roma, non ha vinto il processo perché, secondo il verdetto del processo, la “palpata ai glutei”, sarebbe stata “giocosa”. A testimonianza di ciò, l’esigua durata di questo atto, inferiore ai 10 secondi. La seconda donna ha ricevuto un verdetto simile. Questo secondo atto è avvenuto ricordiamo, sul luogo di lavoro, e l’offesa le è stata mossa direttamente dal suo datore di lavoro, il direttore di un museo della capitale. Questo secondo processo, ha visto anche in questo caso vincere l’accusa.

Secondo il giudice non c’è stata molestia poiché la parte offesa era “mossa dai complessi di natura psicologica sul proprio aspetto fisico” poi, messa tra parentesi, la specifica “segnatamente il peso”. La sentenza, si legge ancora nel dispositivo, “ha rivisitato in modo inconscio, l’atteggiamento dell’imputato” concludendo con “ha inventato tutto”. Il verdetto dichiara quindi che era stata vista una molestia dove invece c’era solo intento giocoso. La protagonista dell’ultimo caso noto della Bonaventura, chiede che quest’ultima venga sanzionata. E chiede in aggiunta, l’intervento del ministro di Giustizia Carlo Nordio.

Giovanni Cardarello

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Giovanni Cardarello