Reddito di Cittadinanza, la Guardia di Finanza individua diverse persone che andavano in giro con soldi in contanti e fittavano appartamenti
Operazione della Guardia di Finanza di Milano che ha scovato 39 persone originari di Paesi nordafricani. Avevano grosse somme di denaro e fittavano anche appartamenti. La GdF in una nota fa sapere che il danno per lo Stato è di 456mila euro ma con questo intervento ha posto fine all’erogazione di altri 120mila euro.
Le indagini, condotte dai finanzieri del Gruppo Linate, hanno avuto inizio proprio dai controlli in aeroporto con la scoperta dei soldi nascosti da diversi passeggeri e occultati in zaini, valige o tenuti addosso. Ovviamente nessuno è riuscito a giustificare la provenienza del denaro.
Reddito di Cittadinanza, cos’hanno scoperto le fiamme gialle
La Guardia di Finanza ha fatto sapere in una nota che il successivo sviluppo delle indagini hanno appurato irregolarità delle domande presentate per il Reddito poiché avevano documenti e dichiarazioni falsi, come l’attestazione della composizione del nucleo familiare.
Alcuni che hanno percepito il Reddito senza averne diritto sono risultati proprietari di immobili che davano anche in locazione oppure coinvolti in attività imprenditoriali e anche utilizzatori di beni intestati a defunti.
Proprio questi giorni sono molto caldi per quanto riguarda il tema Reddito di Cittadinanza. Il 28 luglio l’Inps ha inviato l’oramai famoso Sms con il quale ha annunciato che la misura è arrivata a cessazione, come prevede la Legge di Bilancio del 2023 del governo.
A Napoli e provincia non sono mancate le manifestazione all’esterno dell’Inps. Tanti cittadini chiedo di non essere abbandonati poiché con il Reddito hanno trovato un po’ di respiro in un Paese dove è sempre più difficile trovare lavoro, soprattutto per chi non è più giovanissimo.
Come quest’ultimo caso di Milano dimostra, il Reddito purtroppo è stato anche l’occasione per molti di organizzare truffe ai danni dello Stato e dunque che hanno colpito le tasche di tutti gli italiani.
L’Inps nel messaggio ha spiegato che si può fare riferimento all’ufficio Servizi sociali del Comune di residenza, innescando quasi un conflitto istituzionale. Sono tanti infatti i sindaci che invece si sono affrettati nel chiedere di non rivolgersi a tali uffici poiché non hanno indicazioni in merito per gli ex percettori del Reddito.