Il salario minimo diventa dibattito di piazza: opposizione pronte alla campagna dopo la decisione del governo di rinviare la proposta di legge
La Camera dei Deputati ha approvato la sospensiva di sessanta giorni sulla proposta di legge del salario minimo. Tradotto, se ne parlerà ad ottobre. Ma le opposizioni non ci stanno e vogliono mettere fretta al governo e tenere vivo l’argomento, con il coinvolgimento diretto dei cittadini.
“Lo facciamo perché è una battaglia giusta e necessaria, nell’interesse di oltre tre milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici povere nel nostro Paese”. Così il segretario del Partito Democratico Elly Schlein ha annunciato che con l’apporto di tutte le opposizioni, tranne Italia Viva di Renzi, ci sarà la raccolta firma per chiedere l’introduzione in Italia del salario minimo.
Dunque Pd, Movimento 5 Stelle, Azione, Alleanza Verdi e Sinistra hanno intenzione di portare in autunno nelle aule parlamentari un’ulteriore richiesta, spinta dai cittadini.
“Loro rinviano e noi rilanciamo. Mentre la maggioranza e il governo fuggono dalla realtà di milioni di lavoratrici e lavoratori (…), noi rilanciamo l’iniziativa nel Paese”, scrivono in una nota i portavoce di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. L’ex capo del governo Giuseppe Conte ha specificato che nelle prossime ore tutte le forze dell’opposizione che aderiscono all’iniziativa metteranno a punto la campagna per la raccolta delle firme.
Ma perché in Italia non c’è una legge che stabilisci quanto deve essere il guadagno minimo ad ore per un lavoratore? Tale situazione è dovuta al fatto che nel nostro Paese c’è un tasso di copertura della contrattazione collettiva superiore all’80%. Il salario minimo non esiste neanche Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia.
Ciò non toglie che c’è un problema di povertà lavorativa e spesso chi ha un impiego guadagna meno di un pensionato o di un percettore del Reddito di Cittadinanza ormai abolito (clicca qui per l’articolo sulle proteste).
La proposta di legge rinviata è stata presentata dall’opposizione ed è formata da otto articoli. All’articolo 2 si legge che “il trattamento economico complessivo” non deve essere inferiore “a quello previsto dal CCNL in vigore per il settore in cui il datore di lavoro opera e svolge effettivamente la sua attività”, e comunque non meno di “9 euro lordi” all’ora.