Il turismo accessibile rappresenta una importante conquista sociale ed una fetta di mercato importante. I numeri del fenomeno
Siamo ormai ad agosto, le vacanze estive hanno raggiunto il momento del giro di boa. In un certo senso si stanno, lentamente, dirigendo verso la loro conclusione. Settembre è dietro l’angolo e l’autunno poco oltre. Ma anche se, per il calendario, l’estate sta lentamente volgendo verso la sua conclusione, la realtà è ben diversa. E’ vero è stata superata la metà della bella stagione, ma manca comunque più di un mese.
Migliaia di italiani ancora non hanno fatto nemmeno un giorno di ferie. e per una quota consistente l’estate praticamente non è neanche iniziata. Ma c’è una realtà, particolare, che si tende sempre ad ignorare. Per molti l’estate non è ancora iniziata perché non si è ancora partiti, per altri l’estate non è iniziata perché troppo inaccessibile. E fermi tutti, non stiamo parlando del piano economico . L’argomento di oggi sono le vacanze accessibili. Parliamo nello specifico delle cosiddette vacanze disability friendly.
Sono quel tipo di situazione che ricomprendono strutture create con la possibilità di essere fruite da tutte le tipologie di cittadini, che vedono compresi anche trasporti che tengono conto di diversi tipi di esigenza. Lo standard non è più uno standard reale. Non viviamo più in una società che può permettersi di chiudere gli occhi davanti a queste situazioni.
Le strutture che tengono conto di queste particolarità non sono fruite solo da persone portatrici di disabilità che magari hanno necessità di utilizzare mezzi di spostamento quali sedie a rotelle. Ad oggi il 17% della società ha necessità e trae un reale vantaggio dai sistemi che vengono messi a disposizione per le categorie minoritarie con problematiche differenti a livello motorio.
In queste categorie oggi vengono inseriti anche gli over 70, le persone con problemi legati al peso e che quindi hanno necessità di spazi e mezzi diversi, padri o madri con il passeggino dei figli neonati ed in fine si, utile anche nei confronti delle persone portatrici di disabilità, sia questa di origine fisica o cognitiva. In Italia si tende ancora a non tenere conto di questa enorme fetta di popolazione, che si voglia o no, risulta quasi essere un quinto del mercato turistico italiano, che regolarmente si trova costretto ad accontentarsi o peggio ad adattarsi