Un clamoroso +42% segna, con nettezza, l’evoluzione sul mercato di una particolare categoria di donne lavoratrici. I dati e i dettagli della ricerca
Una recente analisi degli enti previdenziali e privati mostra in maniera quasi plastica quante sono le donne libere professioniste oggigiorno. Dal 2007 ad oggi, infatti, i numeri sono saliti in maniera vertiginosa. Altri argomenti di questo studio sono le differenze lavorative tra Nord e Sud Italia, attività di cura ed in fine un argomento alquanto controverso, il gender gap.
Nel mondo del lavoro, il divario di genere è ancora incredibilmente presente, ma negli ultimi anni, sono stati fatti grandissimi passi in avanti per accorciare queste distanze in numerosi settori. Nel 2022 è stata, come accennato, svolta un’indagine con lo scopo di aggiornare i numeri lavorativi in molti campi. Coinvolti ben 16 enti di previdenza su tutto il territorio nazionale. In totale il sondaggio ha calcolato 107 mila partecipanti, 45 mila di queste erano donne e 62 mila di questi erano uomini.
Donne Lavoratrici, cresce solo una particolare categoria
Tiziana Stallone, vicepresidente di Adepp, Associazione degli enti previdenziali e privati, ha rilasciato in tal senso un’interessante dichiarazione: “Tra le finalità di questa indagine” sottolinea Stallone, “vi è la volontà di individuare un evoluzione futura”. Le parole sono chiare ed incoraggianti, come è giusto che sia, guardando i numeri che le hanno motivate. Ciò che purtroppo emerge, oltre all’aumento delle donne nel campo lavorativo, è anche una grande differenza sul punto di vista retributivo. Questo divario, inoltre, si accentua quando si cresce sulla scala dell’età.
Lo studio afferma che, in media, le professioniste di età inferiore ai 30 anni, percepiscono circa il 20% in meno nello stipendio mensile, rispetto ai numeri percepiti dagli uomini. Aumentano però le eccezioni, quali ruoli come biologi, infermieri, psicologi, infermieri e simili. In questi campi, infatti, il gap retributivo sembrerebbe essere fortemente più contenuto. Un altro fattore che incide profondamente sulle retribuzioni è il numero totale di re che vengono svolte sul luogo di lavoro.
La percentuale degli uomini che passano più di 8 ore al giorno sul luogo di lavoro conta circa il 59% dei totali. Per le donne invece i numeri non superano il 40%. La società in cui viviamo si sta lentamente rinnovando, lasciando più spazio alla libera scelta dei padri che decidono di rimanere a casa con i figli e situazioni analoghe. I numeri sono quindi destinati a cambiare sempre di più siamo ancora lontani dalla perfezione, ma la strada sembra quella giusta