Assistenti virtuali spiano la nostra quotidianità: l’allarme da parte del Comitato del parlamento di Londra
Da quando la nostra vita è stata invasa dalla tecnologia, c’è sempre chi dice che essa viene usata per controllarci, monitorare le nostre abitudini e indirizzarle per fini commerciali. Anche se così fosse, probabilmente, per molti non sarebbe un problema perché è comodo vivere con lo smartphone in mano grazie al quale possiamo comprare, vendere e ordinare il cibo.
La smart home era stata già ipotizzata negli anni Ottanta: un appartamento dove chi vive non dovrà fare nulla perché di ogni di faccenda domestica se ne occuperà direttamente la casa robotica.
Non siamo ancora arrivati a ciò, ma in effetti con i dispositivi intelligenti deleghiamo molte cose. Chiediamo ad Alexa di ricordarci che a tale ora dobbiamo prendere la medicina, di svegliarci oppure di far partire la musica quando vogliamo ascoltare la canzone preferita.
Gli assistenti virtuali sono un rischio?
Secondo il Comitato per la cultura, i media e lo sport del parlamento inglese, i più avanzati strumenti tecnologici che abbiamo in casa servono per “monitorare, molestare, costringere e controllare” con la raccolta di video e immagini.
È scritto nel rapporto Connect tech: smart or sinister che mette in guardia dai rischi – possiamo usare pianamente questo termine – della modernità.
È “vecchia” la storia che la tecnologia ha agevolato la nostra vita ma in cambio dobbiamo dare una bella fetta della nostra privacy. In fin dei conti, perché Facebook dovrebbe agevolarci così tanto la vita dandoci l’opportunità di tenere i contatti con amici e parenti gratuitamente, cercare casa e mobili e tanto altro?
“Il governo deve rendere prioritario lavorare con i produttori per affrontare questo abuso della tecnologia, che peggiorerà in futuro”, ha affermato il presidente del Comitato Dame Caroline Dinenage.
Il lavoro del Comitato ha avuto inizio a maggio dello scorso anno analizzando i rischi e i benefici di altoparlanti intelligenti e assistenti virtuali. Secondo lo studio in tutto il mondo entro il 2050 ci saranno 24 miliardi di dispositivi interconnessi in tutto il mondo. Gli strumenti in causa sono baby monitor, fotocamere e altoparlanti intelligenti.
Oltre a evidenziare il problema il Comitato prova a dare anche la soluzione. Prima che ogni edificio, casa privata o scuola, sia invaso da tali dispositivi, bisogna creare
un solido sistema di sicurezza. Ad esempio misure per standardizzare le interfacce della privacy per i dispositivi connessi. Gli utenti devono essere a conoscenza di tutte le informazioni necessarie in modo da avere piena comprensione di come vengono utilizzati, raccolti e conservati i loro dati.
Maggiori sono i rischi per i minori. Infine il Comitato ha sottolineato che il monitoraggio dei dipendenti nei luoghi di lavoro deve avvenire solo dopo che i lavoratori hanno dichiarato il proprio consenso.