Ferragosto di intenso lavoro per la Guardia di Finanza, con centinaia di agenti, impegnati nei controlli degli stabilimenti balneari del territorio nazionale
Numeri davvero fuori dal mondo per decine di stabilimenti balneari presenti nel territorio nostrano. È appena finito il ponte di Ferragosto. In molti ne hanno, giustamente, approfittato per fare una breve vacanza estiva. Molti altri ne stanno ancora approfittando per fare una vacanza vera e propria. Mete molto gettonate sono ovviamente quelle balneari. Per grande gioia dei centinaia di titolari di stabilimenti presenti su tutte le spiagge italiane.
E come poter dare torto a tutti i turisti che scelgono quella specifica opzione per le loro vacanze? Lettini ed ombrellone pesano e sono ingombranti. Per non parlare poi del fatto che, l’ombrellone non si monta da solo. Molto meglio scegliere opzioni “preconfezionate”. Secondo motivo, il cibo. Portare il cibo da casa significa che questo prima deve essere anche preparato. Lo sanno tutti, vacanza significa vacanza. Niente fornelli quando si è in vacanza.
Stabilimenti balneari, controlli a tappeto dalla Finanza
Insomma, gli stabilimenti balneari sono la manna dal cielo per giorni di relax assoluto. Hanno al loro interno tutto quello che si può desiderare, dai pedalò agli ombrelloni, dagli aperitivi ai pranzi vista mare. Ma in questo Ferragosto, per più di qualche turista, sono arrivate brutte notizie proprio dagli stabilimenti balneari di fiducia. Inopinatamente chiusi dopo i controlli dei NAS, i Nuclei antisofisticazione. Se ne contano una ventina in tutta Italia
Nello specifico, segnala la Guardia di Finanza nel report finale della campagna di Ferragosto, sono state trovate ben 257 irregolarità negli stabilimenti controllati. Numeri che toccano il 31% di tutti i controlli effettuati. Numeri a cui si sommano 415 sanzioni penali ed amministrative che sono state, successivamente, contestate dai proprietari delle strutture. Importanti anche i numeri a livello economico. Sempre la GdF segnala che il teorico ammontare di queste sanzioni ammonta a complessivi 290 mila euro
Le strutture che, invece, hanno visto la chiusura hanno cubato sanzioni economiche per circa 4 milioni di euro. Le motivazioni di queste chiusure, nello specifico, non sono state diffuse ma toccano aspetti critici sui livelli igienici e su quelli strutturali. Prodotti alimentari non tracciabili, date di scadenza ben oltre il limite, spogliatoi gestiti ignorando le più elementari normative sull’igiene. Insomma, un vero e proprio cahiers de doléances e in barba alle proteste diffuse e agli aumenti dei prezzi fuori mercato.