Addio alle cabine telefoniche. Erano già sconosciute per i giovani cresciuti nell’era dello smartphone: è la fine di un’epoca
Le file davanti all cabine nei luoghi di villeggiatura per chiamare i parenti a casa, i gettoni, le monete e le schede telefoniche. Sono scene e oggetti già lontane nel tempo e pertanto sconosciute alle nuove generazioni che vedono le cabine telefoniche come pezzi di archeologia urbana.
Quell’era è ormai nei fatti finita ma finché c’erano i telefoni pubblici in strada, ufficialmente, era ancora aperta. Ora si metterà la parola fine una volta per tutte. L’Amministratore delegato Pietro Labriola, ha confermato che le cabine saranno smantellate nei prossimi mesi. Si anticipano dunque i tempi poiché la rimozione era prevista nel 2026.
Addio alle cabine: resteranno solo in alcuni luoghi
Infatti nel capitolo Ambiente della relazione semestrale è scritto che con il nulla osta dell’Agcom è stato avviato il processo di dismissione di circa 15mila cabine telefoniche. Lo smantellamento però non sarà totale. In alcuni luoghi che hanno una certa rilevanza sociale, esisteranno ancora. Saranno infatti presenti in ospedali, caserme e carceri.
L’Agcom conta che tali sono sono in 1.801 ma anche in questo caso ci sarà una selezione. Infatti i telefoni resteranno negli ospedali con almeno 10 posti letto, nelle caserme con almeno 50 occupanti stabili e nei carceri dove manca la copertura della rete mobile come i rifugi di montagna, contati in 470 postazioni.
Che sarebbe arrivata questa decisione era già chiaro da anni, da quando i telefoni cellulari hanno preso il sopravvento. È davvero difficile oggi trovare una persona che non sia in possesso di uno strumento del genere. Se nella zona interessata, a seguito di precedenti verifiche emergerà che manca la copertura di un operatore mobile, la rimozione sarà sospesa.
Dunque dopo aver detto addio agli elenchi telefonici, ecco che è arrivato il momento di salutare anche le cabine o comunque gli apparecchi coperti dalla struttura ad arco di plastica.
Ormai fa parte del paesaggio urbano i passanti che camminano con il capo chino sugli smartphone e che di tanto in tanto di fermano per scattare una foto. Ora i nostalgici dell’Italia degli anni Settanta, Ottanta e Novanta avranno un ricordo in più dei tempi che furono.