Il colosso immobiliare cinese ha ufficialmente chiesto di essere protetto dai creditori e di risanare in qualche modo la voragine finanziaria.
Il mercato immobiliare mondiale trema. La Cina è a tutti gli effetti uno degli aghi della bilancia dell’economia mondiale. In aperta competizione con gli Stati Uniti, con i quali è in atto un’aspra battaglia economica. È per questo che la manovra di appellarsi al capitolo 15 della legislazione statunitense in materia finanziaria è una mossa singolare per la Evergrande, colosso immobiliare cinese.
Evidentemente la situazione è tanto disperata da richiedere il supporto delle maggiori forze al livello mondiale. La Evergrande, oltre ad un buco di quasi 300 miliardi di dollari, è stata più volte nel mirino della China Securities Regulatory Commission – l’autorità di vigilanza e regolamentazione sui titoli.
I media locali hanno riferito che gli accertamenti sono scattati in merito al sospetto di manipolazione di dati finanziari a proprio vantaggio. Dunque, il passivo di oltre 300 miliardi di dollari, con la commissione che preme sul collo, ha portato la Evergrande a dichiarare bancarotta.
È ancora troppo presto per definire con certezza quali possano essere le conseguenze sul mercato immobiliare cinese ed internazionale dopo la bancarotta della Evergrande. Certamente una situazione di instabilità si andrà a creare. Il tutto sta nel capirne la misura.
Nel frattempo la Evergrande si è appellata al capitolo 15 della legislazione statunitense, che dovrebbe correre in soccorso delle imprese che coinvolgono più di un Paese, con gravi insolvenze economiche. Chissà se Washington avrà intenzione di aiutare Pechino, l’acerrimo nemico in campo economico. L’istanza per richiedere questo ‘salvagente’ definito dalla legislazione statunitense, è stata depositata negli scorsi giorni presso un tribunale di New York.
Per poter cercare di essere protetta dai creditori che bussano alla porta – come suggerito nel chapter 15 della legge USA sulla bancarotta finanziaria – la società ha dovuto dichiarare fallimento. Il fallimento risale al 2021, quando la società è stata travolta da un’ondata di passività impossibili da risanare.
Il tutto in un momento di crisi del mercato immobiliare cinese. Il timore, è che l’accelerazione della crisi del settore immobiliare nel 2023, esacerbata dalla bancarotta della Evergrande, possa portare ad un effetto domino sui mercati mondiali. La banca centrale cinese rassicura che verranno messe in campo delle reti protettive, ottimizzando le politiche immobiliari tempestivamente.
Cosa ne sarà del mercato immobiliare è ancora un mistero. Gli analisti temono che questo possa far scattare una bomba sui mercati al livello mondiale. A questo punto la situazione è finita direttamente nelle mani di Washington, che deciderà o meno se accogliere la richiesta depositata dal colosso immobiliare cinese presso il tribunale di Manhattan.