Vienna può insegnare agli altri Paesi come affrontare il problema delle abitazioni

La crisi delle abitazioni che coinvolge tutte le capitali europee non è presente a Vienna. Fin dal dopoguerra la capitale austriaca ha imposto delle regole che evidentemente funzionano.

Il mercato immobiliare inizia ad essere saturo. Le capitali, o le città capoluogo come Milano, dove si concentra buona parte della forza lavoro, vivono costantemente il problema delle abitazioni. Due le cause principali. La scarsità di offerta rispetto alla domanda. Ed il conseguente rialzo dei prezzi determinato dal libero mercato.

vienna social housing
Il nuovo quartiere di Seestadt Aspern (Foto da Adobe – Canva) – bonus.it

L’effetto immediato è che buona parte dei cittadini e dei lavoratori non possono permettersi di vivere in città, ripiegando su situazioni più degradate. La crisi degli alloggi dovrebbe portare i governi a calmierare i prezzi o almeno a definire un tetto massimo. Se così fosse parte della cittadinanza griderebbe alla violazione del sacro libero mercato.

E la conseguenza è che i consumi stanno calando a picco. In questo scenario poco promettente, la città di Vienna fa da esempio. Ha costruito nel tempo una gestione ottimale delle abitazioni, che consente ai cittadini di risparmiare sugli affitti, ed all’economia locale di essere più ricca.

Vienna, l’esempio da seguire in campo abitativo

Senza dubbio la città di Vienna, coma anche tutta l’Austria, ha un Pil decisamente favorevole rispetto all’Italia. E questo anche grazie alla buona gestione della cosa pubblica, da quarant’anni sotto il governo social democratico, nato da un’intesa tra un partito cristiano – conservatore ed i verdi – progressisti.

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Il nuovo quartiere di Seestadt Aspern (Foto da Adobe – Canva) – bonus.it

Fin dal dopoguerra le aree intorno al centro storico sono state dotate di unità abitative decorose, costruendo quartieri ricchi di servizi per gli abitanti. Parte di queste case e palazzine sono di proprietà della città di Vienna, altre invece sono delle cooperative private, che per legge sono obbligate a praticare dei prezzi calmierati. Affittare queste case, che si chiamano social – housing, costa poco.

E non ci si deve immaginare il corrispettivo delle case popolari nostrane, spesso costruite con progetti edilizi alla buona e dall’esetica trascurabile. Il Sole 24Ore ha stimato che i viennesi spendono meno del 26% del loro stipendio per l’affitto – cifra che scende al di sotto del 22% per le social housing – mentre in città come Milano l’affitto rappresenta oltre il 51% del guadagno mensile.

Le social housing viennesi

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Il nuovo quartiere di Seestadt Aspern (Foto da Adobe – Canva) – bonus.it

Le social housing sono delle unità immobiliari isolate dal mercato privato, che offrono prezzi vantaggiosi sull’affitto. Sono gestite da cooperative. A Vienna il 43% delle abitazioni è gestito in questo modo. Facendo un esempio, il costo degli appartamenti si aggira intorno ai 7 euro al metro quadro. Dunque una casa di 60 metri quadri corrisponde circa a 400 euro di affitto mensile. Con la conseguenza di avere maggiore potere di spesa per poter incrementare i consumi.

Per ottenere le social housing basta risiedere a Vienna da almeno due anni. Lo scorso anno, delle 12mila richieste effettuate almeno 10mila sono state accolte, ed è stato assegnato un appartamento. Un’altra conseguenza positiva delle social housing è che consentono di contenere i prezzi anche nel mercato immobiliare privato.

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