Affittare una stanza a Milano è davvero un’impresa. È difficoltoso trovarla ma anche i prezzi sono molto alti
Milano è la capitale economica italiana. Fin dagli anni Cinquanta è al centro dell’emigrazione interna con molti concittadini del Sud che nel capoluogo lombardo e dintorni hanno trovato lavoro e casa.
Sono passati decenni e tante cose sono cambiate, emigrazione inclusa. Massiccia è diventata quella dall’esterno e diversi sono anche gli stessi emigranti: non più solo lavoratori senza titoli ma anche e soprattutto professionisti. Ma c’è il grande problema degli alloggi. Non è facile trovare una casa, o solo una stanza soprattutto perché gli affitti sono proibitivi.
Secondo l’Osservatorio sulle Stanze di Immobiliare.it nel 2023 è di 626 euro al mese il prezzo medio per l’affitto di una stanza a Milano nel 2023. La rilevazione è più cara solo dell’1% rispetto allo scorso anno. Il dato resta il più alto d’Italia.
Ovviamente la situazione varia in base alla zona. Nel triangolo Porta Venezia – Centro – Porta Genova si paga di più dove solo una stanza costa anche 871 euro. Al quarto posto in questa speciale classifica delle zone più care ci sono i Navigli con prezzo medio 715 euro, +16% rispetto al 2022.
Seguono poi zona Centrale e Repubblica, Fiera, Sempione, City Life, Portello, Porta Romana, Cadore, Montenero. Piccola eccezione per Quadronno, Palestro, Guastalla dove i dati rilevano addirittura una diminuzione dell’1% con gli affitti che si attestano sui 682 euro circa. Infine Città Studi, Susa (aumenti del 16%), Cenisio, Sarpi, Isola.
Le zone più economiche della città, sono Napoli e Soderini dove per una singola si paga in media 536 euro al mese; 553 euro per Forlanini mentre Udine e Lambrate 567 euro, all’incirca quanto Cascina Merlata (al confine con il Comune di Pero) e Abbiategrasso, che è in provincia.
Tantissimi, infatti, scelgono di vivere alle porte di Milano ma anche in altre province come Varese per sfuggire ai costi degli affitti. Ci sono intere quartieri della città che si popolano solo negli orari lavorativi grazie alle migliaia di persone che si recano quotidianamente.