Il carburante sporco può provocare tanti problemi all’auto e costose riparazioni: per tale motivo si può procedere con la citazione danni
Tra i vari problemi e spese che deve affrontare un automobilista c’è purtroppo anche il carburante sporco. Se si immette nella vettura, le conseguenze sono varie e gravi. Oltre quindi al danno economico di pagare carburante inutilmente, bisogna poi intervenire per riparare i danni provocati.
Le ragioni che provocano ciò sono diverse. Il problema può essere a monte, nella raffinazione, oppure nelle cisterne che non vengono pulite con regolarità, o, peggio ancora, si tratta di una vera e propria truffa con il carburante che viene allungano con altro materiale per risparmiare.
Se si dovesse incappare in questo problema, maggiormente a rischio è il sistema di iniezione, risolvibile con la sostituzione dei filtri o della pompa del carburante. Solitamente si consiglia di fare carburante in diversi punti, proprio per evitare un problema del genere, e anche per risparmiare, se ad esempio un distributore ha un tariffa più bassa.
Quando ci si accorge che l’auto non va non è sempre facile risalire alle reali cause. Allora come comportarsi? Bisogna risalire al distributore di cui si sospetta. Per tale motivo è sempre una buona abitudine conservare per un po’ le ricevute fiscali, in modo da avere la prova che effettivamente il rifornimento è avvenuto presso quella pompa.
Siccome con ogni probabilità si tratta di un vero e proprio tentativo di truffa, o comunque c’è stata negligenza, è anche utile raccogliere le testimonianze che il rifornimento sia avvenuto a quel punto, se non si ha alcun documento che possa provarlo e se si decide di rivolgersi alle forze dell’ordine.
A riparazione effettuata è utile conservare una tanica con il carburante tolto dal serbatoio durante i lavori che devono essere effettuati sempre con il rilascio della fattura in modo da avere documenti scritti per presentare un reclamo. Ma come bisogna fare per chiedere nel dettaglio il risarcimento?
La richiesta va inviata al gestore del distributore. Questi solitamente, a sua volta, presenta il reclamo all’azienda produttrice che solitamente respinge ogni addebito. Solitamente queste grandi aziende se ne lavano le mani sostenendo di aver avviato una procedura finalizzata alla verifica sulla qualità del carburante e che dopo e accurati controlli, nulla risulta irregolare. Le verifiche sono unilaterali, non c’è il contraddittorio: in pratica chi viene accusato di aver commesso eventuali manomissioni o negligenza, controlla sé stesso.