Università americane sono totalmente diverse dalla italiane perché alla base i finanziamenti godono di un sistema lontano dal nostro
Quante volte gli studenti universitari in Italia hanno pensato che le istituzioni dove si formano sono ben diverse da quelle straniere, in particolare angloamericane? È noto che negli altri Paesi, soprattutto Gran Bretagna e Stati Uniti, ci sono i college, campus universitari che dal punto di vista strutturale sono ben diverse dalle realtà italiani.
Le nostre sono ancora legate al concetto di scuola, frequentata per certe ore al giorno, quando ci sono le lezioni, e poi ognuno a casa propria. Anche all’estero ci sono gli orari, ma anche gli alloggi e tante altre attività per gli iscritti, come lo sport.
Alcune università sono immerse in veri e propri parchi verdi. Ma ciò che è diverso è soprattutto la ricchezza economica. Non a casa le più importanti ricerche al mondo arrivano da quei campus, sempre gli stessi, che sentiamo nominare ogni volta che si parla di uno studio.
Le università americane hanno grandi fondi dalle donazioni e gli investimenti
Noi diamo pochissimi fondi alla ricerca e i nostri migliori cervelli portano le proprie idee all’esterno, con tutto il bagaglio culturale. Nel nostro Paese abbiamo alcuni esempi di campus stile americano, ma non bastano.
Ciò che andrebbe modificato è proprio la struttura di base. Mentre da noi le università private e telematiche vengono viste come erogatori di titoli senza molti sforzi a paragone con le pubbliche, negli Usa ogni università privata ha un fondo di investimento.
Harvard, Yale, Stanford, Princeton, Columbia, nomi che nei film e nelle serie Tv abbiamo sentito nominare tantissime volte. Ognuna di essa può gestire enormi patrimoni che producono ricchezza a beneficio degli studenti, i docenti e soprattutto la ricerca. Le cifre sono da capogiro con miliardi di dollari all’anno.
Una delle fonti principali sono le donazioni da decine e migliaia di dollari. Gli autori sono gli stessi ex studenti e le proprie famiglie che dopo il college hanno avuto una grande carriera e possono permettersi importanti donazioni.
Ma quei soldi a loro volta vengono investiti ancora. Insomma l’idea è come quella di un azienda ma senza il fine di far arricchire il padrone o i dirigenti. È ovvio che si bada al proprio stipendio ma la maggior parte dei soldi vengono investiti in nuove attività universitarie. Per questo quelle organizzazioni sono sempre le prime al mondo.
Ovviamente quel sistema non è solo delizia ma anche croce. Le rette sono altissime rispetto alle università statali, soprattutto in Italia. Da noi anche per i redditi bassi è più facile accedere agli studi ma certamente bisognerebbe invertire la rotta per trattenere i nostri talenti.