Scontrini fuori logica, annunci di lavoro illegali: la logica del guadagno calpestando le regole è dilagante
Ogni anno in occasione della bella stagione ci sono le polemiche riguardanti gli scontrini pazzi. Bar e locali per un caffè o comunque un prodotto che non dovrebbe costare più di qualche euro, presentano conti con cifre astronomiche. E in alcuni casi, se si vuole saldare il conto con la carta tramite il Pos, fanno anche molte storie, nonostante la legge consenti di pagare elettronicamente anche un solo centesimo.
I gestori, nascondendosi dietro la scusa dell’inflazione che ha portata in ogni caso davvero all’aumento dei prezzi, vogliono solo guadagnare il più possibile, cercando di eludere il fisco. Per lo stesso motivo vogliono dipendenti al proprio servizio più simili agli schiavi. La discussione in Parlamento sulla questione del salario minimo è stata rinviata, il Reddito di Cittadinanza (che aveva tanti difetti ma anche il merito di aver dato da che mangiare a tante persone senza farsi sfruttare da padroni senza scrupoli), è stato abolito. La carta Dedicato a te con oltre 300 euro di spesa una tantum, è chiaramente insufficiente.
Insomma, imprenditori (“prenditori”, come li ha definito Gerardo Josi Della Regione, sindaco di Bacoli, nel Napoletano in merito ad alcuni gestori di lidi che hanno chiesto un euro per riscaldare la pappa di una bambina), possono alzare di nuovo la testa e proporre paghe da fame che non danno possibilità di creare un futuro.
Annunci di lavoro con paghe da fame: “Come aggirare Ispettorato del Lavoro”
La pagina di un altro politico campano, il parlamentare dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, è diventata una vetrina che raccoglie tutti gli annunci di lavoro (anzi, di sfruttamento), più vergognosi che ci siano. Ormai la sfrontatezza di alcuni pseudo imprenditori è senza limiti, scrivendo pubblicamente che la paga è in nero, senza alcun tipo di contratto e dunque di garanzia per il lavoratore.
“Un’impresa di portierato a Giugliano (in provincia di Napoli, ndr) offre 1000 euro per 288 ore di lavoro (3,50 euro all’ora) e specifica che ‘il mese di prova è in nero’ “, si legge sulla pagina del deputato. “Un’altra proposta offre 1000 euro mensili per sei giorni lavorativi a settimana dalle 7,30 del mattino alle 19; il titolare di un bar, di fronte alle rimostranze per la retribuzione offerta, ammette candidamente di sottopagare il proprio personale e di non temere l’Ispettorato del Lavoro perché ‘basta chiudere la società e aprirne un’altra e il dipendente lo prende sempre a quel servizio…'”.
Si tratta di una vera e propria emergenza, al pari di tante altre che il nostro Paese è costretto ad affrontare quotidianamente. Gli imprenditori arricchiti sulle spalle dei lavoratori nella maggior parte dei casi appoggiano determinate fazioni politiche ed è dunque difficile che chi di dovere cambi o inasprisca le regole, perdendo voti. Chi invece dovrebbe garantire difesa (e attacco) a favore degli sfruttati, è sempre più timido in queste battaglie, ammesso che ci sia davvero volontà di portarle avanti.