La Corte dei Conti della Germania ha messo in discussione la serietà del bilancio del Paese, ormai in piena crisi economica. Gli effetti diretti sull’Italia
Quando si parla di Germania, e in particolare di Stato Federale tedesco, il primo sinonimo che viene in mente è quello dell’efficienza e dell’organizzazione. Ma questo sinonimo, questo mito se vogliamo, in questi giorni è stato, fortemente, messo in discussione. E la cosa incredibile è che la messa in discussione arriva direttamente dall’interno dello stesso Stato tedesco.
La Corte dei Conti della Germania, il tribunale omologo di quello italiano, chiamata a verificare la correttezza del bilancio dell’amministrazione, ha infatti, emesso una nota durissima nella forma e nella sostanza. Nella nota si accusa la Cancelleria, guidata dal settembre 2021 dal socialdemocratico Olaf Scholz, di aver “truccato” i dati. E lo afferma con dovizia di particolari.
Crisi economica in Germania, le conseguenze pratiche
La Corte dei Conti della Germania, sostiene che il debito contratto dallo Stato Federale è di 87 miliardi di euro e non di 17, come appostato nelle previsioni per il Bilancio 2024. Il dislivello delle cifre, secondo il tribunale amministrativo, sarebbe dettato dalla sbagliata imputazione di determinati costi statali. Ne consegue che, il Prodotto Interno Lordo tedesco, già in recessione subisce un durissimo colpo.
Un colpo talmente duro che la recessione in atto, sarebbe ben più ampia di quanto indicato. Oltre l’1,7% di Prodotto Interno Lordo perso a fronte di un -0,1 % indicato. Un dato che di fatto certifica come la ormai ex Locomotiva d’Europa sia in piena crisi economica, in piena recessione. Va detto, per dovere di cronaca, che la solidità dell’economia tedesca non mette a rischio la tenuta dei Conti, dei Servizi e del funzionamento dello Stato. Ma qualche preoccupazione la crea. Soprattutto nei Paesi, come l’Italia, che con l’import e l’export verso la Germania finanzia interi comparti dell’economia del Paese. E qui veniamo a noi.
Cosa rischia l’economia italiana con la crisi tedesca in atto? Rischia, ovviamente, di perdere quote di mercato, parti di Prodotto Interno Lordo e pezzi interi di economia. In particolare sul turismo, già messo a dura prova nel 2023, e in settori strategici come la metallurgia, i macchinari industriali e soprattutto la chimica. Parliamo, solo nel caso dell’export, di poco meno di 80 miliardi di euro, quasi il 15% del settore. Per non tacere dell’indotto che, inevitabilmente, è chiamato ad assorbire una maggior crescita. Crescita che ad oggi era stimata all’1,1% e che oggi va ricalcolata