Il confronto con i prezzi del 2016 con risultati preoccupanti, lo scontrino della spesa del 2023 lascia attoniti.
Quanto è cambiata la spesa negli ultimi anni? Quanto i prezzi al supermercato sono aumentati? E i prodotti sono gli stessi, sono identici? Appaiono domande alle quali si può rispondere immediatamente, ma un confronto concreto, “articoli alla mano” rende più semplice verificare i cambiamenti avvenuti e conferma o smentisce luoghi comuni e convinzioni diffuse.
Tutti sappiamo per esperienza diretta che i prezzi nel corso degli ultimi tempi hanno subito un’impennata notevole: dalla benzina e dai prodotti energetici in genere ai servizi, dai trasporti all’abbigliamento. Ma è nel settore alimentare, nei prodotti di largo consumo che l’inflazione ha colpito più duramente, inducendo dei cambiamenti nelle abitudini e nei consumi di una larghissima fascia delle popolazione italiana.
Un confronto di scontrini, com’è cambiata la spesa
Ebbene, comprando gli stessi prodotti acquistati nel 2016, la spesa è aumentata di quasi il 40 per cento, passando da 38 a 53 euro, ben 16 euro in più. Alcuni articoli sono arrivati a scontare circa il doppio rispetto sette anni fa. Ma le sorprese amare non finiscono qua, nel corso degli anni i formati dei beni alimentari in alcuni casi sono cambiati, si sono ristretti.
In inglese il fenomeno si chiama shrinkflation, le confezioni diventano più piccole e più leggere, ma i prezzi non scendono anzi crescono. Quindi il consumatore non solo deve confrontarsi con il caro vita e con i rincari dei prodotti di prima necessità, ma deve cambiare anche le sue abitudini comprando più pezzi per raggiungere la quantità desiderata con l’effetto di alleggerire ancora di più le sue tasche.
Ormai questa pratica è estremamente comune sia per gli alimenti che per i prodotti di cura della persona e per l’igiene dell’abitazione, dai biscotti alle mozzarelle, dai detersivi per la casa alle confezioni di fazzoletti. La conferma di questa tendenza sulla quale indaga anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è arrivata dalla breve ma efficace inchiesta di will_ita.
Prodotti come pasta e biscotti hanno confezioni e contenuti più piccoli, con minor peso ma il prezzo è cresciuto. Per la stessa quantità acquistata nel 2016, la spesa è ben più alta. Come dire, oltre al danno la beffa per i consumatori e per le famiglie alle prese con l’inflazione che taglia il potere d’acquisto e di fatto impoverisce gli italiani.
Le contromisure contro l’inflazione
In questi giorni si parla molto di inflazione con interventi governativi pensati per consentire spese e acquisti a prezzi contenuti, grazie ad accordi e intese con le associazioni di categoria e la grande distribuzione. Ma il problema resta soprattutto in vista della stagione più fredda con i temuti incrementi dei costi di gas ed energia elettrica nelle bollette.
Un’eventualità questa che sarebbe una mazzata pesantissima per le tasche dei consumatori, dopo l’inverno scorso che ha registrato i costi maggiori mai raggiunti per energia e riscaldamento. In Europa e in genere nel mondo, l’inflazione appare il nemico da battere per governi e banche centrali, ma se stipendi e salari continuano a crescere molto meno del costo della vita, difficilmente la crisi sarà superata. v.p.