Eredità, si può vendere la propria parte indipendentemente dagli altri?

La quota di eredità che si riceve è condizionata da alcuni vincoli legali. In quali casi l’erede può vendere la sua parte.

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Casa divisa (Foto da Adobe – Canva) – bonus.it

Si parta dal presupposto che il procedimento di successione è piuttosto complesso, e spesso finisce per sfasciare i rapporti all’interno della famiglia. Quando si parla di eredità gli istinti più bassi possono venire alla luce. Dunque è bene tutelarsi in precedenza. Ad esempio attraverso un lascito testamentario. In presenza di testamento le quote da suddividere sono ben chiare, e c’è poco che si possa fare. A meno che non si intenda invalidare il testamento.

Anche se fa parte delle ultime volontà, non si può estromettere un figlio dall’eredità. Inoltre in alcuni casi la legittimità testamentaria può essere messa in dubbio se mancano alcuni elementi. Nel caso in cui invece il testamento non sia presente, si procede con l’apertura della successione. Il cui primo passo è convocare i chiamati all’eredità, e poi fare l’inventario dei beni, attivi e passivi compresi.

Eredità, se ne può vendere una quota?

È piuttosto frequente che le persone chiamate all’eredità siano più di uno. Tra le situazioni più spiacevoli c’è quella in cui i diversi eredi possiedano una quota di differenti proprietà, per cui tutti e nessuno la posseggono realmente. Quando si tratta di un immobile, nella maggior parte dei casi una quota ereditaria è più un onere che un vantaggio.

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Tribunale (Foto da Adobe – Canva) – bonus.it

Non si può avere il possesso della casa, e si devono pagare tasse ed imposte che gravano su di essa. Ovviamente nel caso in cui si tratti di un immobile è difficile pensare che un estraneo ne voglia acquistare una quota. Diverso il discorso se si tratta di un’attività commerciale. Anche in questo caso sono davvero poche le persone che intendono imbarcarsi nell’impresa di condividere un’attività lavorativa ed una proprietà con gli eredi di un’unica famiglia, con il rischio concreto di partire sin dall’inizio con il piede sbagliato.

Rimane comunque la possibilità. In questo caso l’erede che decide di cedere la propria quota deve garantire il diritto di prelazione agli altri eredi. Ciò significa che se intendere mettere in vendita la sua parte di attività, deve prima comunicarlo agli altri eredi e dargli la possibilità di acquistare per primi la quota. In caso di rifiuto può allargare i suoi orizzonti al resto del mercato.

Nel caso in cui il diritto di prelazione non sia stato esercitato, gli altri eredi possono entro 10 anni dalla data della vendita, riscattare il bene in Tribunale, risarcendo la persona che l’aveva acquistato allo stesso prezzo che aveva precedentemente sborsato. Il diritto di prelazione sull’eredità è garantito per 10 anni.

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