l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione le istruzioni sul funzionamento della rateizzazione delle cartelle esattoriali. Dopo quante rate non pagate si decade dal piano agevolato?
Le cartelle esattoriali, quando arrivano a casa, sono un incubo per la maggior parte degli italiani. Non tutti hanno le risorse economiche per poter far fronte ad un ingente quantità di debiti.
Proprio per questo motivo, l’Agenzia delle Entrate sezione riscossioni ha messo a disposizione dei cittadini dei piani agevolati di riscossione che possono essere concertati direttamente con l’Agenzia delle Entrate. I due principali sono la rottamazione ed il saldo e stralcio. La rottamazione ha il limite di poter essere richiesta solo in alcuni periodi dell’anno nei quali questa misura viene attivata dalla manovra.
Mentre invece il saldo e stralcio è destinato principalmente a coloro che riescono a documentare una condizione di difficoltà economica. In entrambi i casi si tratta della possibilità di rateizzare il debito nei confronti dell’ente al netto di more e di interessi. Tutto ciò significa che il contribuente potrà pagare, dilazionata nel tempo, esclusivamente la cifra della cartella esattoriale, senza che la rateizzazione comporti un importo aggiuntivo.
Agenzia delle Entrate, quando salta la rottamazione
La rateizzazione dei debiti con l’Agenzia delle entrate può essere revocata dall’istituto stesso per diversi motivi, il principale dei quali è il mancato adempimento degli impegni di rimborso da parte del contribuente. A questo punto se torna alla cartella esattoriale comprensiva di more ed interessi.
Se si fa parte della definizione agevolata di rottamazione, le regole sono piuttosto rigide. La rata mensile può subire un ritardo nel pagamento di massimo 7 giorni oltre i 30 di ricevimento dalla comunicazione. Passata questa data, il contribuente si vedrà decadere il piano agevolato e ritornerà alla cartella esattoriale come in precedenza. E queste scadenze così nette e la chance unica di poter saltare una rata sono dovute proprio alla definizione agevolata, ovvero un patto di fiducia e di pace fiscale tra l’Agenzia delle Entrate e il contribuente debitore.
La rateizzazione ordinaria, come funziona e quante rate si possono saltare
A differenza della rottamazione e del saldo stralcio, la rateizzazione ordinaria è un tipo di facilitazione da parte dell’Agenzia che può essere richiesto in qualunque momento dell’anno, non esclusivamente quando sono aperte le finestre delle facilitazioni fiscali.
A differenza delle altre misure, che prevedono il solo pagamento della cartella esattoriale al netto di more e di interessi, la rateizzazione ordinaria ha dalla sua di essere invece comprensiva di more ed interessi. Che maturano dalla data dell’invio della casella esattoriale sino al momento della rateizzazione con l’Agenzia.
Per quanto riguarda le modalità ed i tempi, nel caso in cui si sia in ritardo nei pagamenti, c’è differenza se la rateizzazione ordinaria è stata patteggiata con l’Agenzia delle entrate, o con l’Agenzia delle entrate sezione riscossioni. La prima è più rigida. Difatti, dato che il pagamento è trimestrale, basta un ritardo, e se non si paga entro la rata successiva, si decade dalla possibilità di rateizzare i debiti.
Mentre invece, l’Agenzia delle entrate sezione riscossioni richiede un pagamento mensile, ma allo stesso tempo si possono saltare fino a sette rate prima di vedere il piano. Dunque si può essere in ritardo fino ad otto mesi. Ovviamente su ogni errata saltata viene applicata una sanzione per il ritardo.