Quali sono le conseguenze di un affitto non pagato, l’inquilino è moroso che cosa accade in questa evenienza
Un inquilino che non paga il canone di affitto non è una situazione rara, né eccezionale. Purtroppo capita spesso e non sempre è responsabilità diretta dell’interessato. A volte condizioni esterne possono causare un ritardo o addirittura l’impossibilità nel versamento del canone di locazione.
Ma al di là della volontarietà che cosa capita in queste situazioni? L’insolvenza da parte di un locatario (cioè chi prende in locazione un immobile) avviene quando questi supera il limite consentito per il pagamento del canone mensile di affitto. Esiste una scadenza precisa indicata dalla legge che precisa entro quando occorre pagare la locazione per non essere considerati morosi. Il termine è in 20 giorni dalla data di scadenza, oltre i quali il proprietario può intervenire. Ma che cosa succede?
Affitto non pagato che cosa succede all’inquilino?
Trascorsi i 20 giorni indicati il proprietario dell’immobile può agire contro l’inquilino. Naturalmente si può trovare un accordo nel caso si tratti di un ritardo recuperabile e non voluto. Una possibilità è offerta dalla mediazione civile che si rivela rapida ed efficace in caso di controversie, il mediatore può riuscire a trovare un accordo tra le parti e ristabilire un rapporto.
La mediazione civile interviene quando ci sono delle contestazioni sull’abitabilità dell’immobile, come infiltrazioni, perdite o cattivo funzionamento degli impianti, o su canoni ritenuti eccessivi rispetto le condizioni dell’abitazione. Per la mediazione civile bisogna rivolgersi a un avvocato, scegliere un organismo di mediazione e presentare un’istanza di mediazione. Dopo l’avvio della procedura si nomina un mediatore che convoca le parti.
All’appuntamento di spiega la procedura e si cerca un dialogo per arrivare a un compromesso per preparare un accordo conciliativo. In caso di mancato accordo il verbale sarà negativo e verrà allegato alla citazione di sfratto. Questo chiarisce che la mediazione si cerca per evitare le lungaggini e l’iter dello sfratto che può essere molto lungo.
Dopo la scadenza dei 20 giorni il proprietario può inviare una diffida con richiesta di pagamento per mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento all’inquilino moroso. Nella lettera si chiede di saldare il dovuto entro una data specificata chiaramente e si indica che in caso di mancato pagamento il contatto di locazione si considera risolto per morosità.
A questo punto il proprietario si rivolge a un avvocato per avviare il procedimento di sfratto dopo il fallimento del tentativo bonario di soluzione. Per lo sfratto davanti al tribunale la presenza del legale è obbligatoria. L’avvocato provvede all’invio della citazione per convalida dello sfratto per morosità dell’affitto. E quindi inizia il lungo iter davanti al tribunale.
La procedura di sfratto
Nell’atto notificato è presente la data della prima udienza davanti al tribunale alla quale l’inquilino moroso può presentarsi e opporsi allo sfratto con le sue motivazioni, oppure pagare quanto dovuto o richiedere un’altra deroga per pagare l’affitto, il termine di garanzia. È il giudice che accerta la condizione di morosità e, se la conferma, emette l’ordinanza di sfratto esecutivo con la data entro la quale l’inquilino deve abbandonare l’immobile.
Qualora i tempi non siano rispettati il proprietario può richiedere l’intervento dell’ufficiale giudiziario. Lo sfratto esecutivo viene comunicato all’ex inquilino insieme all’atto di precetto di rilascio dell’immobile. L’atto è obbligatorio per legge e consente all’inquilino di lasciare l’abitazione senza che venga eseguito lo sfratto esecutivo. Si tratta di intimazione a lasciare l’appartamento entro una scadenza fissa, di norma 10 giorni dalla notifica.
Passati i 10 giorni parte lo sfratto esecutivo con l’invio da parte dell’ufficiale giudiziario dell’avviso di sloggio e di rilascio del bene in data prefissata. Di solito l’ufficiale non avvia lo sfratto nella prima data indicata, ma avverte semplicemente l’ex inquilino che è in corso un’azione di rilascio. Lo sfratto è rinviato ad altra data nella quale si procederà allo sfratto definitivo.