Il risparmio non è mai scontato e, quando si tratta di cibo, segnare la durata degli alimenti una volta aperti può fare la differenza.
Quando si parla di risparmiare molti di noi hanno un’idea un po’ “utopica” del concetto. Si tende, infatti, ad attivarsi in merito ad utenze, carburante, vacanze e simili, ma di rado ci si concentra sul “piccolo”. Se è vero che i prezzi, nel nostro paese, hanno subito un’impennata, così come che luce, gas e compagnia non siano da meno, bisogna anche riconoscere che, spesso, non ci focalizziamo su ciò che, nel concreto, possiamo fare per tagliare le spese. Quando si tratta di cibo, in particolare, segnare la durata di un alimento al momento dell’apertura può fare la differenza. Scopriamo come e perché.
Fare la spesa è ormai diventata un’altra incombenza che si somma a quelle quotidiane. Soprattutto da quando si sono persi la possibilità e il piacere, come accaduto per molti, di mettere nel carrello ciò che si desidera senza stare a fare conti. Proprio perché, però, la situazione per molte famiglie italiane è complessa e delicata, ecco che alcuni piccoli accorgimenti possono rivelarsi essenziali.
Segnare quanto durano gli alimenti aperti: perché può farci risparmiare
Abbiamo imparato a caro prezzo a fare la spesa nel modo “giusto” e ciò vale a dire acquistando solo ciò che è necessario, rincorrendo offerte e occasioni del momento, cercando di riempire frigo e dispensa il più possibile spendendo, però, la cifra più bassa. Ecco, però, che rischiamo di vanificare questo sforzo quando non abbiamo la premura di informarci in merito agli alimenti e al loro deperimento una volta aperti.
Tenere in frigo o in dispensa prodotti che, quando vengono aperti, deperiscono nel giro di poco e non consumarli in tempo, significa sprecare non solo cibo, ma anche denaro. Ciò vale, in particolar modo, quando un dato prodotto è in offerta e dunque ne facciamo scorta. Per questo motivo è bene premunirsi di avere ben chiara la “durata” dei nostri cibi non consumati per intero, così da sfruttarli al massimo fino a quando possibile.
Un esempio concreto può essere il latte, immancabile in molte case italiane. In frigo, dopo l’apertura, si conserva tre giorni: meglio assicurarsi di finirlo, no? E che dire del tonno, versatile e utilizzato per moltissime ricette? Le scatolette durano solo 2 giorni, sempre in frigorifero, dopo esser estate aperte. Pesce e carne, poi, i cui prezzi non sono certo da poco, possono resistere anch’essi fino a 2 giorni (salvo eccezioni). Ecco dunque che diventa essenziale avere le idee chiaro in merito non solo a cosa acquistare, ma anche a come consumarlo nel giro di pochi giorni, laddove necessario.