Ci sono casi in cui l’INPS restituisce i contributi versati, ma sono in pochi a conoscere questa possibilità. Analizziamo in cosa consiste.
L’INPS può rimborsare somme di contributi non dovuti, importi che di fatto non sono utili al calcolo della pensione del lavoratore.
Si tratta di contributi che il datore di lavoro non avrebbe dovuto pagare. Questi contributi sono chiamati “contributi indebitamente versati”. Il rimborso di questi contributi non sempre è automatico d’ufficio, il più delle volte la richiesta di rimborso deve essere presentata dal datore di lavoro, il quale dovrà restituire una quota al lavoratore.
L’INPS paga i contributi indebitamente versati
I contributi indebitamente versati, sono contributi non dovuti all’INPS, che sono presenti nell’estratto contributivo ma non saranno utilizzati per il calcolo della pensione futura. Sono somme di denaro che il datore di lavoro non doveva versare, e che non saranno utilizzate dall’INPS per il calcolo, il cumulo o la totalizzazione della pensione.
Il datore di lavoro che, per errore di calcolo, ha versato somme in più del dovuto, può chiedere all’INPS la parte eccedente indebitamente versata.
Come chiedere il rimborso dei contributi versati in più
Il contributi versati in più dal datore di lavoro, possono essere recuperati in due modi. Il primo riguarda direttamente l’INPS, che nella fase di controllo si rende conto dell’anomalia nel versamento e dispone d’ufficio il rimborso. In questo caso la questione si risolve immediatamente senza che il datore di lavoro o il lavoratore devono intervenire.
Il secondo modo riguarda il caso in cui l’INPS non si accorge dell’errore, quindi, bisogna seguire l’iter per ottenere le somme versare in eccedenza.
A regolare le modalità del rimborso da chiedere all’INPS è il DPR 818/1957, che stabilisce:
- i contributi versati indebitamente non concorrono alla formazione della futura pensione. Le somme in eccedenza possono essere rimborsare al datore di lavoro e al lavoratore. Dovrà l’azienda restituire al lavoratore i contributi trattenuti dallo stipendio per la parte eccedente non dovuta:
- i contributi considerati indebiti, trascorsi il termine di cinque anni dalla data di versamento, restano acquisiti dalle casse INPS e potranno essere conteggiati nelle prestazioni pensionistiche.
Sulle somme rimborsate dall’INPS non gravano gli interessi, anche se una sentenza della Corte Costituzionale (n. 147/1998) ha ritenuto illegittima tale procedura.
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 7296/1994, ha precisato che gli interessi decorrono dalla presentazione della domanda di rimborso e non dal versamento indebito.
Il datore di lavoro può inviare la domanda di rimborso dei contributi non prescritti, attraverso il servizio “Rimborso dei crediti contributivi alle aziende” disponibile sulla piattaforma INPS.