Attenzione alle tasse sulla casa, chi ha fatto lavori di ristrutturazione in questi anni potrebbe andare a pagare molto di più con queste novità
Il Superbonus è stata una delle agevolazioni più sfruttate dagli italiani negli ultimi 10 anni, ma anche la stessa che ha prodotto un bel vuoto nelle casse dello Stato per via della tanta speculazione che vi si è creata attorno. Guardando il lato positivo, però, tanti italiani si sono potuti permettere una ristrutturazione della casa con un miglioramento della classe energetica, e soprattutto con l’inserimento di prodotti all’avanguardia e super green tra cui pompe di calore, cappotto termico e pannelli solari.
In questo modo non solo si sono aiutate le famiglie a fare una spesa che post Covid sarebbe stata impossibile da portare avanti perché avrebbe pesato troppo sulle tasche già svuotate dal caro prezzi, in più, le stesse adesso potranno godere di uno sconto notevole sulle bollette, risparmiando sull’energia elettrica, sfruttando quella green dei pannelli fotovoltaici.
Purtroppo, però, per coloro che hanno voluto strafare, ristrutturando casa e poi decidendo di guadagnarci su, arrivano brutte notizie. Da quest’anno, infatti, il Governo per risanare i conti, ha deciso di inserire una nuova tassa sulla casa: addio quindi il sogno relativo ai soldi risparmiati con i Bonus: se li prenderanno indietro. Ecco come.
La nuova tassa si riferisce a tutti coloro che hanno venduto casa dopo i lavori del Superbonus, o intendono venderla, ma anche nei casi in cui l’agevolazione sia stata goduta dall’affittuario e non dal proprietario. L’imposta al 26% scatta sulla plusvalenza realizzata dai proprietari di immobili se effettuano la cessione entro 10 anni dalla fine della ristrutturazione, tranne se sulle prime case. In questo senso, verranno quindi tassati tutti i guadagni extra.
Sono invece esclusi tutti gli immobili acquisiti per successione o adibiti a prima casa. Ma quanto si dovrà pagare nel caso in cui si rientra nella tassazione? Se gli interventi agevolati si sono conclusi da meno di 5 anni dall’atto ufficiale di vendita, tra i costi non si calcoleranno quelli relativi al Superbonus, se invece i lavori sono terminati da più di 5 anni e meno di dieci si tiene conto del 50% di queste spese. Per calcolare poi la somma da dare come tassa, andrà fatto il 26% dei guadagni. E la cifra è fatta.