Bonus e usufrutto, nuovo giro, nuova corsa: modifiche in atto rivoluzionano tutto. Guida pratica e veloce per non perdere di vista le novità.
Cambiano i bonus in materia casa e usufrutto, così un’ondata di panico raggiunge i contribuenti, specie i più deboli. Non bisogna demordere, ma informarsi, ed agire in maniera opportuna al caso. Bisogna sapere ogni cosa sulle novità in atto, e farne proprio strumento. L’obiettivo è quello di mantenere salda la propria condizione economica, ma soprattutto… un tetto sopra la testa! Bonus e usufrutto subiscono dei cambiamenti di portata rilevante, specie in relazione al rapporto che c’è con il proprietario. Fatte le dovute distinzioni, ecco a chi spetta “cosa”. Attenzione alle truffe, c’è sempre il rischio dietro l’angolo.
La questione verte attorno un singolo quesito: “come si dividono le spese?” Ed è qui che casca l’asino, perché la materia è in parte confusionaria, soprattutto rispetto gli obblighi dell’uno e dell’altro. Infatti, è bene fare le dovute distinzioni. L’usufruttario è quel soggetto che non ha piena proprietà dell’immobile, ma ne fa un uso come se lo fosse. Tanto che il legittimo proprietario, viene definito “nudo”, proprio perché finisce per perdere potenza in atto sulla casa messa disposizione dell’usufruttuario.
Attenzione, questo non significa che ne perda la proprietà. Ma che nelle situazioni concrete non è lui a far fronte delle questioni per l’immobile, ma se la vede principalmente l’altro. Dal punto di vista del diritto, l’usufrutto rientra nella categoria dei diritti reali, ed è quella condizione per cui l’usufruttuario può usufruire in “usufrutto” cioè pienamente del bene, come se fosse il proprietario.
Non è appropriazione illecita, ma una condizione disciplinata per legge. Infatti, proprio per evitare screzi di proprietà, non si può attuare l’usufrutto perpetuo. Significa che non può eccedere la vita dell’usufruttuario, e quindi permettere di “ereditare” l’immobile. Arrivati a questo punto però, entra in gioco la domanda sopracitata: ” a chi compete cosa per ottenere i dovuti benefici?” La questione della modifica del bonus si interseca proprio con questa situazione.
La questione di bonus e usufrutto si intreccia, perché proprio in relazione agli ultimi aggiornamenti, è necessario capire chi detrae le spese, e chi no. Perché proprio in virtù dell’istituto, l’usufruttuario è colui che alla fin dei conti, si occupa di gestire e soddisfare le esigenze dell’immobile, mentre il legittimo proprietario sembra sempre più spogliato di ciò. Quindi, chi può detrarre le spese ed ottenere i benefici della manovra economica?
La situazione è ben disciplinata dalla legge, ma siccome è abbastanza complessa, a volte delle criticità sopraggiungono sconvolgendo un po’ i rapporti tra legittimo proprietario e usufruttuario. Proprio per questo è partendo dalla suddivisione delle spese che si può analizzare il reale destinatario del beneficio in questione. In primis, bisogna confermare che le spese quotidiane sono sostenute dall’usufruttuario, ma non quelle “extra-ordinarie”, che sono a carico del proprietario di casa.
Con spese di questa natura si fa riferimento ad esempio a tutte quelle attività di manutenzione che concernono la sostituzione ad esempio di travi, per sostenere i muri portanti della casa. Ancora di porte, infissi, e tutto ciò che concerne l’abitazione in maniera permanente. In questo caso, il compito è del proprietario di casa. Mentre per tutte le questioni di carattere ordinario, l’azione di ripristino è dettata dall’usufruttuario. Ad esempio, lo stessa giardinaggio, il taglio dell’erba del giardino di casa, è compito dell’usufruttuario. Non lo è sostituire i tubi dello scarico con nuovi.
Ma se si tratta di spese differenti, chi ha i diritto di esser rimborsato con la detrazione delle spese, e chi no? La risposta in relazione al bonus è la seguente. L’usufruttuario godendo pienamente di un diritto reale, e il proprietario essendo il legittimo detentore del bene, entrambi sono i destinatari di questa manovra. L’attenzione va riposta in chi si è occupato di cosa, e ottenere il rimborso verificando dove hanno investito tempo, denaro e fatica.
Come stabilito dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate, la detrazione IRPEF per il recupero edilizio spetta ad entrambi, previa verifica di chi si è materialmente occupato delle spese in questione.