Corte Costituzionale lavora sui Maxi arretrati dei pensionati: realtà o un fuoco di paglia? Ecco gli ultimi aggiornamenti in materia.
Pensioni e rivalutazioni, il tema caldo è tra i preferiti dei contribuenti, e a quanto pare anche della Corte Costituzionale: verranno pagati i maxi arretrati? La questione apre un dibattito destinato a condizionare fortemente le sorti della materia. Di norma, si tratta di una questione che presenta molteplici criticità, ma dall’ultima pronuncia e dibattito, sorgono degli spiragli di chiarezza che non possono assolutamente essere sottovalutati. Ecco di cosa si tratta e quali sono gli ultimi aggiornamenti.
Innanzitutto, bisogna chiarire una condizione di base che spesso a molti sfugge. Come vengono rivalutate e determinate le pensioni anno per anno? E’ un andamento condizionato da un’ulteriore evoluzione, quella del Tasso di inflazione. Con esso si fa riferimento all’aumento perpetuo e costante del livello dei prezzi, con una conseguente svalutazione della moneta che perde potere. Su questo non sorgono dubbi, ma è una condizione per le pensioni che hanno fino a quattro volte il trattamento minimo, cioè si tratta di una perequazione piena che non è per tutti.
Se il tasso di inflazione è attestato all’1,6% solo quelle pensioni subiranno lo stesso incremento. Ma con questi trattamenti, mano mano che si sale con la soglia, si consegue anche un taglio che fa scendere il valore e svantaggia le altre categorie di pensionati rispetto le rivalutazioni dell’INPS. La Corte dei Conti della Toscana ha impugnato questa condizione, definendo il meccanismo con cui l’INPS adegua le pensioni, una disciplina incostituzionale.
La Legge di Bilancio del 2023 che ha fissato questo meccanismo di rivalutazione parrebbe cozzare con la stessa Costituzione. Allora, si apre la questione sugli arretrati per i pensionati, ecco a che punto si è giunti.
Corte Costituzionale e maxi arretrati ai pensionati, cosa sapere
E’ chiaramente una questione che vedi più attori coinvolti, ma sui quali si pone lo stesso quesito, cioè quello inerente il pagamento di Maxi arretrati ai pensionati. Appunto, non si tratta di spiccioli, ma di una materia che da sempre ha suscitato problematiche, ma che mai come adesso pone un vero e proprio dibattito costituzionale. La Corte Costituzionale sta agendo proprio in relazione alla risoluzione del conflitto presentato, ed ecco cosa ha determinato.
Qualora si confermasse il punto critico, cioè l’incostituzionalità della rivalutazione INPS, allora i pensionati svantaggiati dal sistema potrebbero avere dalla loro un rimborso importante in termini di pensione. Si tratterebbe di avere un integrale trattamento pensionistico non solo dell’anno corrente, il 2024, ma anche per il biennio 2022-2023, proprio perché avrebbero subito un trattamento incostituzionale, quello di non aver ricevuto una perequazione piena.
Tutto ciò che non gli è stato dato, mese per mese, anno per anno, deve tornare loro indietro sotto forma di un vero e proprio rimborso. Si tratta di cifre importanti e che forse lo stesso Stato ha qualche difficoltà affrontare, data la situazione economica vigente. Ma la condizione è la seguente: se la Consulta ritiene che il trattamento sia stato incostituzionale, bisogna procedere con il rimborso degli arretrati.
Ammenoché non si decida di “rimborsare” con un bonus una tantum per sopperire agli errori passati. Risoluzione già posta con il blocco delle pensioni della Legge Fornero. Al momento, non ci sono certezze, ma le discussioni vertono proprio attorno queste considerazioni.