Il mondo dei lavoratori può essere molto duro, soprattutto se non ti appelli alle leggi, quando sei dalla parte della ragione. Cos’è la Circolare 6 e come funziona
Il lavoro è prezioso, per ognuno di noi. Senza un impiego, non potremmo fare progetti per il futuro, pagare le bollette, fare dei viaggi, spese quotidiane, mettere da parte per realizzare sogni.

Ognuno di noi ha un piano di vita tutto suo, e cerca di gestire al meglio entrate e uscite mensile, indirizzandole per determinati obiettivi. Ma se accade di perdere il lavoro, soprattutto ingiustamente, i sogni e i progetti crollano in un istante, e ci si sente spaesati, e senza un orientamento.
Non è tanto il fatto di essere licenziati, perché in verità, se si vuole, il lavoro si trova. Ma è l’essere mandati via ingiustamente che risuona in noi come una nota stonata. E no, se dovesse capitarti, non puoi dire che non c’è nulla da fare. Perché una legge per tutelarti, c’è, se cerchi. E chi cerca trova. Proprio come la storia di Marco, che qui di seguito ti racconto.
Quando la legge ti salva da una palese ingiustizia
Marco è impiegato in un’azienda. È felice, si trova bene, ma un giorno, questa serenità è interrotta da un brutto sinistro stradale, con la sua auto.

Si fa male alla testa, ed è costretto a restare a casa con una commozione cerebrale per giorni, finché non recupererà la propria condizione. Tuttavia, non basta l’aver avuto un incidente, perché un altro duro colpo arriva come un fulmine a ciel sereno.
Per via di ritardi nei documenti medici, non riesce ad avvertire il datore di lavoro, fornendogli il certificato medico, che arriva dopo giorni. E quando giunge, Marco si sente rispondere dal suo titolare: contratto risolto per via di dimissioni concludenti.
In sostanza, per l’azienda era come se si fosse dimesso, anche se in realtà non era così. Per Marco era un dolore immenso, non solo per il licenziamento, ma anche ripensando a tutto l’impegno profuso negli anni trascorsi in quella ditta. E ora, un ritardo burocratico causato da un infortunio, lo aveva privato dell’impiego e anche della Naspi.
Marco, però, non ci sta, e contatta un sindacato, esponendogli la sua situazione. Qui, ha scoperto che c’è una nuova legge, la Circolare n.6/2025, che prevedeva l’opportunità di dare prova di non aver potuto informare dell’ assenza, per cause di forza maggiore.
In sostanza, se non riesci a inviare la certificazione in tempo in quanto ti trovi nel vortice di una reale emergenza, come un sinistro, è possibile dare prova di non aver potuto inviarne comunicazione.
Dopo aver raccolto prove, referti e quant’altro, Marco invia tutto all’Ispettorato del Lavoro. L’ufficio, esaminati i documenti, tempo dopo, gli conferma che ha ragione e che non era a causa sua che i certificati non erano giunti in tempo.
Risultato? Licenziamento annullato, e Marco ha ripreso il suo impegno. Lottare è sempre la giusta risposta, mai arrendersi.
Cosa insegna questa storia di giustizia per i lavoratori
Con le nuove leggi, si sta cercando di rendere il mondo del lavoro più giusto, concedendo la possibilità di provare che, in un caso come quello sopraccitato, non ci fossero malintenzioni.

Non è infatti equo, che un soggetto sia licenziato senza fare accertamenti, per via di una burocrazia che non funziona o è lenta. C’è quindi maggior desiderio di evitare abusi e dare certezze ai lavoratori.
Peraltro, emerge anche che l’Ispettorato di Lavoro, ha maggior potere, con le nuove leggi, per controllare casi di assenza ingiustificate, come quello di Marco.