Il matrimonio è finito, ma non lo è per davvero: arriva la novità che mette in crisi. C’è una sentenza rivoluzionaria.
Quando le persone si lasciano vivono il lutto da separazione a modo proprio, non ci sono manuali che dicano cosa fare. Molti però sono protagonisti di un matrimonio finito per.. finta! C’è chi compie questa decisione per evitare di pagare tributi, così la coppia in crisi, diventa un duo criminale, ma la novità non lascia loro scampo.

Si trovano tutte le escamotage per evitare di pagare tributi salati. È la condanna penale inflitta al marito in qualità di debitore d’imposta, ma la novità del Fisco aggiorna la giurisprudenza. A pronunciarsi sul caso è stata la Corte di Cassazione con sentenza n. 8259 dello scorso febbraio.
Protagonisti due coniugi che si avviavano a separarsi consensualmente. Nel frattempo, il marito trasferiva alla moglie un bene immobile a titolo di contributo una tantum al mantenimento, ma comunque avrebbero continuato a vivere insieme, more uxorio. Una strategia che rientra appieno di reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte!
L’obiettivo era evitare il pagamento delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto di interessi e sanzioni amministrative per un ammontare maggiore di 50 mila euro! Così, avevano compiuto atti fraudolenti per portare avanti la finta storiella della separazione. Un processo proseguito con l’istituto del divorzio presso il Tribunale di Torino, ma che alla fin dei conti nascondeva la verità.
La sentenza della Corte di Cassazione evidenzia la presenza di gravi indizi per un matrimonio finto. Il giudice di secondo grado aveva trovato gli elementi di una comunione di vita incompatibile con la pratica di divorzio.
Ma non finisce qui, perché ne sono emersi ulteriori elementi, e il Fisco avanza la sua novità.
Novità, a matrimonio finito tocca fare i conti con la Legge
Sciolto il matrimonio, figuravano foto di loro insieme in viaggio sui social. Non che si debba litigare per forza, ma raccogliendo questi elementi, e tenendo conto della natura fraudolenta degli atti, non può sussistere divorzio, ma dichiarazioni false e mendaci.

La Cassazione insiste sul “concorso del reato”. Perché dovrebbe essere considerato criminale solo il contribuente obbligato a pagare le imposte, ma la novità del Fisco non lascia scampo nemmeno a chi partecipa come “parte attiva”, come la moglie! Questo secondo quanto sancito dall’art. 110 del codice penale che include anche “l’extraneus” come debitore d’imposta.
Nessuno rimane estraneo ai fatti se partecipe ad una condotta criminale. Come se non bastasse, non solo la donna aveva partecipato al crimine, ma ne aveva incluso anche la madre in seguito all’attestazione di un veicolo. Quindi, hanno inscenato una situazione pericolosa, aggravata anche dall’aggiunta di soggetti terzi totalmente estranei ai fatti.
La sottrazione fraudolenta è un reato di pericolo eventualmente permanente, la cui consumazione si protrae per tutto il tempo in cui vengono posti in essere atti idonei a mettere a rischio l’adempimento dell’obbligazione tributaria. Quindi, anche i momenti successivi alla separazione. In conclusione, moglie e marito sono condannati allo stesso reato: debitori d’imposta!