Può succedere una volta nella vita di centrare il grande colpo al gioco. A quel punto come verranno suddivisi i soldi in famiglia?
La cronaca recente ci racconta di una grossa vincita al Superenalotto e una moglie in fase di separazione che pretende di avere la sua quota. La legge è chiara su come vengono suddivise le entrate extra in famiglia ma qualche dubbio sorge quando i coniugi sono divorziati o in fase di separazione.

La premessa è che nel Codice Civile, alla voce beni esclusi dalla comunione, non si parla di vincite al gioco, dunque la giurisprudenza è relativamente nuova. Roberto (i nomi sono di fantasia) vince una somma milionaria al Superenalotto. La moglie Chiara sta per divorziare da lui e si chiede, aiutata da un avvocato, se metà della somma vinta dal marito spetti a lei, dal momento che il matrimonio prevedeva la comunione dei beni. Chiara è convinta che la vincita rientri nel patrimonio coniugale. Ma resta il fatto che stanno per divorziare. Cosa cambia in questo caso?
La donna non aveva ancora firmato i documenti necessari per il divorzio quindi di fatto è ancora la moglie di Roberto. Qualcosa ci fa pensare che la donna ora aspetterà a firmare. Prima dovrà attendere la decisione dei giudici in merito alla vincita milionaria del marito.
Vincita al gioco: la metà della somma spetta al coniuge anche se in procinto di divorziare?
Roberto vince una somma milionaria al Superenalotto e la moglie Chiara, in procinto di divorziare, avanza una richiesta: pretende la metà della somma sostenendo che, essendo sposati in regime di comunione dei beni, la vincita deve rientrare nel patrimonio comune. Il marito non è d’accordo e ritiene che il biglietto sia stato acquistato con denaro personale, frutto del suo lavoro. Un colpo di fortuna, insomma. Chi ha ragione?

Il Codice Civile che disciplina la materia del regime patrimoniale nella comunione dei beni, non lascia spazio a interpretazioni: la vincita ottenuta mediante un biglietto acquistato durante il matrimonio rientra nella comunione. La Corte di Cassazione ha più volte affermato che le vincite derivanti da lotterie o giochi nazionali costituiscono beni comuni, anche qualora la giocata sia stata effettuata utilizzando denaro personale di uno solo dei coniugi. Quindi nessuna speranza per Roberto di tenersi l’intera somma, nel frattempo già depositata sul proprio conto corrente.
Il coniuge vincitore è tenuto a dividere l’importo al 50% con l’altro. Qualora, invece, spenda l’intera somma per sé, l’altro coniuge ha diritto a ottenere la ricostituzione della comunione, la restituzione della metà del valore. E se la vincita avvenisse dopo il divorzio? A questo punto nulla è dovuto al coniuge che era in comunione dei beni, ma cambia qualcosa. Se a vincere è il coniuge obbligato al mantenimento, l’altro potrà chiedere una revisione dell’importo dell’assegno, poiché è evidentemente cambiata la situazione patrimoniale dell’ex coniuge. Se invece a vincere è il coniuge beneficiario dell’assegno di mantenimento, l’ex coniuge potrà domandare la revoca o la riduzione dello stesso, in considerazione dell’indipendenza economica acquisita.
Dunque Roberto dovrà mettersi l’anima in pace, Chiara a tutti gli effetti è ancora sua moglie e in comunione dei beni, dunque ha diritto per legge alla metà della somma vinta dal marito.