Ex coniuge e pensione di reversibilità: finalmente è un diritto

Ottenere la pensione di reversibilità da un ex coniuge è adesso un diritto grazie all’ultima sentenza della Corte di Cassazione: quali sono le novità

Luciana ha 69 anni e vive con una pensione minima in un piccolo bilocale in affitto. Per 25 anni è stata sposata con Antonio. Insieme hanno attraversato gli anni più intensi della loro vita, comprato una casa: insomma, hanno vissuto tutto il bello e il brutto che concerne il matrimonio.

anziana felice della sua nuova pensione
Ex coniuge e pensione di reversibilità: finalmente è un diritto – bonus.it

Poi, come succede spesso, la vita ha deciso di seguire strade diverse, il destino ha aperto nuove opportunità per entrambi, e si sono divisi. Il divorzio è arrivato senza traumi, ma anche senza assegno di mantenimento: Luciana in quel momento aveva ancora un piccolo lavoro e non chiese nulla.

Anni dopo, Antonio si è spento. Aveva una seconda moglie e una pensione da ex dipendente statale. Quando Luciana ha chiesto la reversibilità, tutti le hanno detto che non le spettava nulla: se non prendevi l’assegno, allora sei fuori. Ma la verità è che oggi qualcosa è cambiato grazie a una delle ultime sentenze della Corte di Cassazione.

Sentenza Cassazione n. 8375/2025: cambia tutto per la pensione di reversibilità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8375/2025, ha cambiato le carte per la pensione di reversibilità. Da ora anche l’ex coniuge, che non percepisce, o non ha mai percepito l’assegno divorzile può avere diritto alla pensione di reversibilità, a condizione che possa essere appurato uno stato di bisogno economico tangibile. In precedenza invece veniva legato rigidamente il diritto alla reversibilità all’esistenza di un effettivo assegno divorzile.

due donne che discutono davanti a un caffè
Sentenza Cassazione n. 8375/2025: cambia tutto per la pensione di reversibilità – bonus.it

I tempi sono cambiati e quindi anche le esigenze della società contemporanea. La nuova interpretazione della Cassazione spiega che non è necessario ricevere l’assegno divorzile, ma che è sufficiente che l’ex coniuge si ritrovi in uno stato di serie difficoltà economiche, anche nel caso in cui non abbia mai richiesto in precedenza il mantenimento. Luciana, ad esempio, negli anni del divorzio non aveva avuto bisogno dell’assegno divorzile perché lavorava, ma ora che il suo ex marito è venuto a mancare, anche lei potrà avere un’integrazione alla pensione minima che prende grazie all’aggiunta della pensione di reversibilità.

La Corte ha poi specificato che nel valutare la richiesta dell’ex coniuge, il giudice deve sempre considerare la condizione economica, la durata del matrimonio, e le condizioni pattuite in data di divorzio, perché ogni caso potrebbe avere delle specifiche a sé. Nel caso in cui ci fosse anche un coniuge superstite allora la reversibilità può essere ripartita tra l’ex coniuge e il coniuge attuale del defunto. In questi casi, il giudice suddivide l’assegno di reversibilità secondo equità, considerando le variabili di cui prima.

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