Redditi, su queste cifre non si dovrebbero versare imposte. Alcuni chiarimenti importanti da fare
Se lavori come libero professionista, saprai bene che, lavorando in proprio, ci sono molti aspetti da seguire personalmente, soprattutto in tema fiscale. Di solito, puoi avvalerti dell’aiuto di un commercialista o consulente del lavoro, o far da solo/a.

Ora, come ben saprai, tutto ciò che incassi, deve essere computato per la formazione del reddito, su cui poi andrai a versare le tasse dovute. Ma attenzione, perché il governo ha introdotto una nuova norma, che prima non era molto chiara, ma che attualmente è stata aggiornata inserendo delle eccezioni.
È molto interessante, conoscerle, in modo da potersi destreggiare nel mondo intricato delle tasse. In realtà, se ci si attiene alle norme, si può godere di tutta una serie di vantaggi. Ma diamo uno sguardo più profondo.
Redditi, su quali somme non devi pagare le imposte: da annotare subito
Con le novità inserite nelD.Lgs. n. 192/2024, per ciò che concerne la fiscalità dei professionisti, ci sono tre eccezioni importanti da segnarsi. A parlarne, nel suo libro Nuovo reddito di lavoro autonomo, è stato Nicola Forte.

Partiamo da un concetto importante, ossia il principio di onnicomprensività. Ciò significa che tutto ciò che incassi da lavoro autonomo, forma il tuo reddito. Su questo, pagherai le varie imposte corrispondenti. Tuttavia, con la nuova legge, ci sono delle eccezioni a questa regola.
La prima è che se il cliente, versa, come da norma, un contributo al posto del professionista (il 4% sul compenso), questa somma non va a formare un guadagno per il professionista. Infatti, il cliente paga questa percentuale ma non va al professionista, ma è destinata alla casa cui l’autonomo paga i contributi (INPS, INPGI, INARCASSA ecc.).
Nel caso in cui il professionista anticipi delle spese per il cliente, che poi si farà rimborsare tramite scontrini, ricevute ecc., non è considerato guadagno. Occhio, però, perché se i rimborsi non documentati, rientrano nel reddito e si versano le dovute imposte.
Se due o più professionisti lavorano in uno studio condiviso, pur non essendo soci, e uno paga le varie spese e poi si fa rimborsare dagli altri, queste cifre non costituiscono una fonte di guadagno. Naturalmente, va tutto dimostrato, per cui conservare ricevute, scontrini ecc.
Queste spese devono essere segnate, in modo da non avere problemi e detrarle. Dunque, come hai potuto vedere, se sei un professionista, le suddette spese non formano reddito ed è importante che segni tutto in maniera dettagliata, in modo che su certe spese, non paghi le tasse, perché effettivamente non dovute.