Il leasing non è più un problema dal punto di vista della normativa dell’Agenzia delle Entrate: tutti i professionisti devono aggiornarsi per evitare di sbagliare
Marco è titolare di una piccola impresa edile. Qualche settimana fa si trovava nel suo ufficio, circondato da preventivi e fatture. Aveva appena completato la ristrutturazione di un capannone industriale preso in leasing: gli serviva per lo stoccaggio di materiale.

Aveva investito tempo e soprattutto risorse economiche, convinto che quei lavori avrebbero migliorato la produttività della sua azienda, quindi si aspettava di ottenere un ritorno in termini di IVA. Quando poi però iniziò a farsi i conti, si rese conto che dal punto di vista normativo sorgeva un problema per quanto riguarda il rimborso dell’IVA per le spese sostenute.
Un muro normativo gli si palizzò davanti: secondo le regole vigenti, non aveva diritto al rimborso perché non era il proprietario del bene. Una postilla normativa che non gli permetteva di ottenere ciò che gli aspettava da libero professionista a capo di un’impresa: tutto per colpa del leasing. In sostanza, non essendoci la proprietà sull’immobile, risultava impossibile ottenere il rimborso dell’IVA.
La nuova risoluzione dell’Agenzia delle Entrate sull’Iva
La situazione cambiò radicalmente con la pubblicazione della risoluzione n. 20 del 26 marzo 2025 da parte dell’Agenzia delle Entrate. Questa risoluzione parte infatti dai principi sanciti dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nella sentenza n. 13162/2024, stabilendo che ai fini del rimborso IVA (ex art. 30, comma 2, lett. c), del D.P.R. n. 633/1972, deve adottarsi un’interpretazione differente del concetto di “bene ammortizzabile”.

Non c’è più bisogno della proprietà dell’immobile: adesso anche le spese sostenute per lavori di ristrutturazione sul leasing possono essere oggetto di rimborso IVA, purché il soggetto passivo ne abbia il possesso in forza di un titolo giuridico e per un periodo “apprezzabilmente lungo”, quindi sempre da valutare caso per caso. Per Marco questa novità rappresenta un’opportunità significativa.
Ora potrà infatti recuperare l’IVA sulle spese sostenute, migliorando quindi la liquidità della sua impresa e soprattutto incentivando ulteriori futuri investimenti, ormai a conoscenza del fatto che potrà garantirsi il recupero dell’IVA. Ma facciamo ancora più chiarezza, cosa è cambiato in sostanza con la risoluzione da parte dell’AdE? È cambiata l’interpretazione: non si utilizza un approccio basato sulla proprietà del bene in questione, bensì sull’utilizzo economico. Nel caso di Marco, infatti, utilizzava economicamente lo stabile per lavoro, ma non era di sua proprietà.
La risoluzione n. 20/2025 quindi segna un cambiamento significativo nell’interpretazione della normativa fiscale italiana, che può essere utile per tutti coloro che come Marco hanno imprese che investono in beni in leasing. È fondamentale che i professionisti del settore si aggiornino su queste novità in modo da poter sfruttare al meglio le agevolazioni garantite.