Una sentenza potrebbe rivoluzionare il senso in cui intendiamo il matrimonio a livello legale: novità sull’assegno di mantenimento
Una novità sorprendente da parte della Cassazione. Nel nostro contemporaneo il matrimonio e la condivisione dello stesso nucleo familiare non hanno più il ‘peso’ e il rilievo di un tempo.

I divorzi crescono di anno in anno e in generale le persone cambiano spesso relazione, anche con la presenza di figli. Un nuovo modo di concepire la vita: più libera, frenetica e priva di imposizioni. Così anche il diritto si adatta, ridefinendo i confini dei doveri tra ex coniugi. In particolar modo ci si rifà alla sentenza dell’8 aprile 2025 n.9027.
Un punto di svolta per quanto riguarda il riconoscimento dell’assegno di mantenimento, che non viene più dato per scontato, ma concesso solo con la presenza di determinate condizioni a cui poter fare riferimento. Un cambiamento radicale nella percezione del matrimonio, di cui tutti dobbiamo essere a conoscenza per evitare disinformazione e disguidi futuri.
L’ultima sentenza della Cassazione sull’assegno di mantenimento
Quest’ultima sentenza ha posto il focus sulla necessità di una pregressa comunione continuati tra i due coniugi. Parlando in termini giurisprudenziali sia dal punto di vista spirituale che economico. Ciò significa che la coppia doveva aver condiviso i propri stipendi vivendo insieme e unendo le spese per lungo tempo, vivendo anche dal punto di vista sentimentale come una vera famiglia.

Questa decisione riflette un cambiamento nella percezione del matrimonio non solo come un contratto legale, ma come un’unione basata su un progetto di vita condiviso, che nel caso non ci sia stato, allora non può essere presupposto. In assenza di questa comunione automaticamente il diritto all’assegno di mantenimento decade, perché non è più scontato.
In particolare, la sentenza spiega che il diritto all’assegno non può sorgere per la prima volta in sede di regolamentazione della crisi coniugale. Molte coppie non hanno mai condiviso molto, vedendo il matrimonio più come un patto legale che emotivo, e una volta dichiarata crisi non hanno perso occasione di richiedere l’assegno di mantenimento dall’altro. Adesso non funzionerà più così. Si dovrà indagare sul rapporto che c’è stato. Ad esempio nella sentenza di riferimento si cita una coppia che aveva convissuto solo per 4 mesi.
Se invece già durante tutta la durata del matrimonio l’assistenza materiale era stata vista come un dovere e quindi rispettata, allora anche una volta sciolto il matrimonio essa viene confermata sotto forma di mantenimento. Inoltre, non c’è da dimenticare che per poter dare mantenimento il coniuge deve essere anche provvisto di adeguati redditi propri e l’altra parte invece deve essere in difficoltà economica, altrimenti il fatto non sussisterebbe. È una novità che potrebbe stravolgere l’equilibrio di tante coppie: dal punto di vista economico ad esempio potrebbe ridurre il numero di assegni di mantenimento riconosciuti.