Riduzione IMU: arriva la nuova sentenza di Cassazione e puoi approfittarne

Addio al troppo peso burocratico: la riduzione IMU adesso è più semplice perché la nuova sentenza della Cassazione specifica gli unici requisiti

C’è una novità importante per chi possiede un immobile, e cerca di ottenere il diritto alla riduzione dell’IMU. Una recente sentenza della Cassazione ha aperto l’opportunità a più famiglie: adesso ricevere una riduzione dell’IMU è molto più facile perché non c’è più bisogno di dichiarazioni formali.

Casa antica e modulo imu
Riduzione IMU: arriva la nuova sentenza di Cassazione e puoi approfittarne – bonus.it

Seguendo e conoscendo alcuni passaggi fondamentali si potrà evitare di spendere denaro aggiuntivo per il riconoscimento dello stato dell’immobile in questione: una svolta non da poco considerando che mira ad alleggerire il peso della burocrazia.

Fino a questo momento, infatti, per ottenere la riduzione dell’IMU su un immobile sarebbe servita una vera e propria dichiarazione formale da inoltrare al Comune: un documento indispensabile per poter dichiarare l’evidenza. Con la sentenza n.7048/2025 della Cassazione, si modificano le variabili essenziali in modo da permettere alle famiglie di ottenere lo sconto sull’IMU più velocemente. Ad oggi, in alcuni casi non sarà più necessaria la dichiarazione, ma basterà ottenere lo sconto interpellando il Comune.

IMU e inagibilità: cosa cambia con la nuova sentenza

Parliamo di uno sconto IMU ottenibile per legge sull’evidente e documentabile inagibilità di un immobile. Se quest’ultima risultasse già evidente da atti ufficiali in possesso del Comune, allora i proprietari potranno procedere con l’ottenimento dello sconto sull’IMU anche in assenza della comunicazione scritta da parte del contribuente. La Corte ha poi sottolineato un concetto fondamentale: non si può penalizzare il contribuente solo perché ha saltato un passaggio formale, se il Comune era già perfettamente a conoscenza della situazione.

casa inagibile
IMU e inagibilità: cosa cambia con la nuova sentenza – bonus.it

È un principio che si ispira alla buona fede e alla collaborazione tra fisco e cittadino: da una parte è diritto del cittadino avere lo sconto, dall’altro il Comune deve anche affidarsi all’evidenza dello stato dell’immobile. Praticamente, se il Comune ha già ricevuto documenti ufficiali come pratiche edilizie, permessi di costruzione o perizie tecniche che attestano l’inagibilità dell’immobile, registrate da tempo, questi documenti depositati rendono la dichiarazione superflua. Attenzione però a interpretare queste parole.

Come si deve comportare il cittadino? Non basta che il Comune ‘sospetti’ la condizione dell’immobile o ne abbia una conoscenza: c’è comunque bisogno della presenza di qualche atto formale archiviato che attesti e documenti lo stato dell’immobile. La sentenza parla chiaro: la conoscenza deve essere “qualificata”. Dunque, niente scorciatoie: il proprietario deve ragionare sull’esistenza o meno degli atti registrati al Comune. Se sono presenti, diventa superflua la dichiarazione, ciò non toglie, quindi, che l’informazione non possa essere verbale o ‘per sentito dire’.

La Cassazione ribadisce poi un altro punto importante: i regolamenti comunali non possono imporre condizioni più restrittive rispetto a quanto previsto dalla legge nazionale. Quindi, se un Comune dovesse pretendere anche la dichiarazione formale nonostante abbia già documenti che attestano l’inagibilità, starebbe andando contro il principio di legalità. In questo caso avrebbe ragione la protesta del cittadino proprietario dell’immobile.

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