Pensioni 2024, ancora tagli: servono soldi per le riforme

Le pensioni 2024 destinate a subire revisioni nelle rivalutazioni? Verifiche in corso per la Legge di Bilancio

Appena terminata l’estate i governi cominciano a pensare alla Legge di Bilancio che va approvata entro fine anno e cominciano a fare i conti con le risorse che sono a disposizione. Solitamente è in questo periodo che i partiti che guidano l’esecutivo si rendono conto se possono mantenere le promesse fatte agli elettori. Nel caso specifico del governo Meloni, sembra – tanto per cambiare – che bisogna tirare ancora la cinghia.

Pensioni 2024
Pensione (foto Canva) – Bonus.it

Un esempio. Quando Fratelli d’Italia e la Lega erano all’opposizione premevano sul taglio delle accise dei carburanti: ora, al governo, sanno che tale iniziativa necessita di 13 miliardi di euro. Una cifra enorme che deve essere usata per il taglio del cuneo fiscale. Insomma, non si può fare tutto, ma ci si rende conto di ciò solo quando si affrontare la realtà e le promesse elettorali restano tali, senza alcuna conseguenza pratica.

La Legge di Bilancio del 2023 è costata 35 miliardi di euro e la prossima dovrebbe valere di meno. Come già successo in passato potrebbe ripetersi un’altra operazione, una stretta alla rivalutazione delle pensioni, il sistema che adegua le pensioni al costo della vita. A pagare sarebbe ancora una volta i pensionati.

Pensioni 2024, già prevista rivalutazione: il taglio è costituzionale?

Nel 2024 è comunque già previsto una rivalutazione parziale degli importi come prevede la manovra di quest’anno. In pratica verranno tagliate le percentuali di rivalutazione per gli assegni che superano di 4 volte il trattamento minimo.

Pensioni 2024
Ingresso sede Inps (foto AdobeStock) – Bonus.it

Però potrebbero anche essere ulteriormente ridotte per gli assegni più elevati. In questo il governo recupererebbe risorse per sostenere tutte le famiglie che stanno patendo il caro prezzi.

Bisogna aggiungere che la stretta alla rivalutazione potrebbe essere bloccata dalla Corte Costituzionale. Già in passato, con la sentenza numero 234 del 2020, la Consulta ha specificato che la revisione delle fasce di rivalutazione non è legittima quando è “reiterata”.

Per tale motivo un nuovo taglio verrà preso in considerazione dal governo e in modo particolare dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, solo come ultimissima spiaggia.

Prima si cercherà in tutti i modi di trovare le risorse necessarie altrove, tagliando dove si può tagliere e gli italiani, in questo periodo così difficile, vorrebbero che le spese fossero ridotte dove ci sono sprechi.

 

Gestione cookie