Pirateria web: cosa si rischia chi va contro la legge

Nuova stretta allo streaming illegale, a rischiare non saranno solo chi offre il prodotto pirata, ma anche chi ne fa uso.

Chi ricorda il nostalgico video che ha cresciuto un’intera generazione di appassionati di cinema, che esordiva con “non ruberesti mai un auto“? Ecco, oggi parliamo di pirateria e della nuova stretta del governo contro questi illeciti che accompagnano, oramai, la normalità di molti. Le nuove normative, però, come il video sopra citato, non denunciano solo chi permette la pirateria, ma anche chi ne fa uso.

Video pirata: la nuova stretta del governo
Streaming illegale (Canva) – Bonus.it

Il senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore“. Già votata alla camera il 22 marzo, il DDL conferisce nuovi poteri all’Agcom (Autorità per le Garanzie nella COMunicazione). Il disegno di legge nasce su un’esigenza di una situazione reale che coinvolge tantissime persone, nell’uso della pirateria, non solo legata alle produzioni cinematografiche, ma anche sportive.

Pirateria: la nuova stretta del governo

con la legge approvata dal Senato, Agcom avrà risorse e poteri ulteriori, è una bella pagina per il nostro paese” Spiega Massimiliano Capitano, commissario Agcom. Altre novità presenta la legge, come il supporto dell’Agenzia Cybersicurezza ad Agcom per combattere il fenomeno, insieme alla stretta legislativa sul consumatore che può rischiare fino a 5mila euro di multa. Punito anche il camcording, le riprese private, che verranno inquadrate alla stessa stregua della pirateria.

guardiamo con grande fiducia al contrasto alla pirateria, soprattutto con riferimento agli eventi sportivi” aggiungono dall’Agcom, portando all’attenzione la pirateria sportiva, soprattutto del mondo calcistico, che ha esultato con gioia all’approvazione della nuova legge. Si prevede, inoltre, proprio in favore degli eventi sportivi in diretta, l’oscuramento della piattaforma in un intervento tempestivo di 30 minuti, con particolare attenzione all’identificazione dell’utente.

Una situazione oramai fuori controllo da quando Internet è diventato comune anche ai bambini, in un’esigenza che oggi sfocia nei costi esorbitanti e nelle esclusive di piattaforme che, gelosamente, custodiscono opere di valore. Non si giustifica ma si comprende come questo fenomeno sia diventato così impattante.
E voi, la rubereste un’auto?

 

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